Avete
presente quando si incontra un tizio che non vedi da tempo? Com’è la
conversazione?
«Ciao!»
«We
Ciaooooo… Come va?»
«Tutto
bene, tu?»
«Bene
bene, la famiglia?»
«Tutto
a posto a te?
«Benissimo…
Che dici?»
«Niente,
si fatica un po’, ma non ci lamentiamo»
«E a
chi lo dici… Hai poi visto Giggetto?»
«Eh,
no, da quanto tempo vero? Ho sentito che s’era trovato un lavoro»
«Ma
dai? Hai visto Prometheus?»
«Ancora
no»
«E vabbè
io devo andare, mi ha fatto piacerissimo, ci sentiamo per un caffè?»
«Assolutamente,
ci conto… Ciao»
«Ciao
a presto»
Ok, a parte
“hai visto Prometheus” è praticamente
la vuota conversazione di imbarazzo e noia cha fai quando incontri una vecchia
conoscenza. Domande prestampate abbastanza vaghe da non farti sembrare un
cafone, ma neanche uno che vuole farsi i cazzi tuoi a tutti i costi. Il vuoto,
il nulla.
Bene… Prometheus potrebbe
perfettamente rientrare in queste frasi prestampate. Prometheus è il nulla! Ma non il nulla cosmico-Dio- spazio-chisiamodoveandiamoperchè-alieni-Elvisnonèdavveromorto che il film tanto si propugnava di narrare. No! Proprio l’inutilità fatta pellicola: una trama insulsa, una sceneggiatura colabrodo, non aggiunge e non toglie nulla (a parte due ore di vita) allo spettatore. Si, begli effetti, riferimenti ammicca ammicca aumma aumma alla saga di Alien, bella fotografia, ma nient’altro!
Ora, sir
Ridley Scott ha detto che non voleva fare nulla di già visto e di già fatto in
Alien. Bene… E allora perché cazzo mi fai un prequel di Alien?!?!?! Fai un film di fantascienza e basta, ma no, e sennò
tutti i rincoglioniti fan di Alien
(me compreso) mica se lo vengono a vedere.
Le atmosfere
cupe e angosciose del primo sono proprio da un'altra parte: che ci metti
quattro cunicoli in croce e la fallica poltrona degli alienoni non ci angosci
manco un po’.
Uh! Tipo Alien, e poi basta! |
Allora: ci
sono i soliti astronauti tutto scienza e presunzione (con amministratrice tutta
freddezza e soldoni a seguito) che hanno trovato prove (a detta loro, perché
non serve arrivare al 2094 per avere sta ideona visto che sono decenni che se
ne (s)parla) che ci sono stati nel passato incontri tra alieni e le grandi
civiltà (i soliti egizi, maya e via dicendo, che novità, eh?) perché quattro
tavole antiche ritraggono grandi omoni che indicano il cielo. Ma non solo,
ipotizzano che siano stati sti giganti ad aver creato noi piccoli umani. Che
fare dunque? Schiaffiamoci tutti nel criosonno per due anni (tanto che ce
frega) e andiamo a vedere sta galassia lontana lontana dove c’è un pianeta le
cui condizioni climatiche permetterebbero la vita. Vanno, trovano sta
grotta-costruzione-navicella, trovano delle suppostone giganti, trovano i
cadaveroni degli omoni e violano ogni norma igenico-sanitaria di qualunque
universo. Se tu vai in un altro pianeta e vedi costruzioni, cadaveri e
suppostone, che fai? Ma è ovvio! Ti togli il casco, respiri a pieni polmoni e
tocchi ogni parete, ogni superficie e ogni liquame che hai davanti. I nostri
eroi non hanno mai, evidentemente, sentito parlare di contagio, quarantena,
virus, scorie, no nulla.
E guardali! Senza casco!!! |
Tornandosene alla nave si scordano due luminari della
scienza nella costruzione. A parte che uno di loro ripete una continuazione che
non ci voleva venire. Ma chi cazzo t’ha obbligato? Sei uno scienziato che si è
fatto due anni di nanna nello spazio, arrivi davanti a quella che potrebbe
essere una delle scoperte epocali del genere umano e rompi le palle in questa
maniera? L’altro è un “biologo” e come ogni biologo che si rispetti, quando vedi
un tentacolone albino spuntare dalla melma, che fai? Lo chiama come se fosse un
cagnolino! «vieni qui, bello, vieni. Chi è bravo? Tu sei bravo!».
Ovviamente campano poco.
Che cucciolotto tenero! |
Nel frattempo l’androide s’era portato un suppostone
nella navicella, la apre e poi, senza alcun motivo spiegato dalla sceneggiatura,
infetta il dottore-amichetto della protagonista. Perché? Boh! L’infetto, più
tardi, ovviamente, diventa un violento che vuole ammazzare tutti (ah, poveri
zombie-movie di serie z). Ma la scena clou arriva presto: l’infetto e la
sterile protagonista (affermato a chiare lettere giusto per telefonare quel
poco di tensione drammatica che ci poteva scappare per sbaglio) fanno zum zum e
lei, zac! Incinta dell’alieno! Lui schiatta bruciato vivo incenerito perché
infetto, lei che è rimasta incinta (ma Ridley non voleva fare un film diverso?
Boh) piange per l’amore abbrustolito, ma fisicamente non accusa nulla. Quando,
però, le dicono del tentacolone che cresce nel suo utero, eccola che comincia a
sentire dolori strazianti a tutto andare, e che fa? Va in un dispositivo che ti
fa le operazioni chirurgiche e a volo a volo fa un cesareo e si strappa via
l’alieno. Degno di un film splatter di Eli Roth. E poi, sta macchina supermegateconolgica
come ti sutura la ferita? Con una spillatrice di graffette di metallo. Ma che
cazzo, sembra Turistas!
Degno della chirugia estetica |
Lei scopre
che sulla nave si nasconde (in un mega appartamento nell’astronave, alla faccia
del nascondiglio) il vecchiaccio miliardario con un piede nella fossa che ha
finanziato questa spedizione: non è una sorpresa perché a nessuno gliene frega
un benemerito. E perché sto vecchio si è fatto un attimo sto viaggetto? Per
chiedere agli omoni di curarlo. Loro ci hanno creato, loro ci curano. Ma manco
per niente. Un omone è ancora vivo, lo svegliano e quello incazzato fa una strage!
Perché? Prima di essere smembrato l’androide capisce (come? Non si sa) che sti
omoni volevano tornare sulla terra per distruggere tutti e creare una nuova
razza. Perché? Se sti tizi avevano tutta sta urgenza di fecondare altri
pianeti, ma perché dovete venire a rompere le palle a noi? Quante domande senza
risposta. Vabbè, dopo il sacrificio del capitano della nave (un uomo di colore
che parla come uno del ghetto, yo fratello ci stai dentro) che si schianta
contro l’astronave dell’omone per non farlo partire, la nostra protagonista
(l’unica rimasta viva) scappa nella capsula di salvataggio sganciata dalla
nave. E cosa ci trova dentro? Il suo feto alieno abortito diventato un enorme
piovra che la vuole fare secca (sindrome dell’abbandono precoce?). Nello stesso
momento arriva il gigantone che non è morto precipitando dal cielo con la sua
astronave dopo l’impatto con un'altra, seh figurati, e pure lui vuole
schiattare a sta tizia. Per prendere due piccioni con una fava la Nostra libera
la piovra gigante uscita da un film di fantascienza anni ’50 e la scaglia
contro il gigantone. Ma ecco che l’androide (rimasto solo con la testa) le dice
di venire a recuperarlo perché solo lui sa dove sono le altre astronavi dei
giganti e così possono tornare sulla terra. Mentre lei va a recuperare la capa
mozzata parlante, la piovra ficca un tubo-pene nella gola del gigantone e
schiattano tutti e due. Lieto fine? No! Lei che si è fatta un’ora e mezza di
fuga, aperta come un capretto e sanguinante con ancora le graffette in pancia,
invece di tornare sulla terra decide di partire alla volta del pianeta natale
dei gigantoni. Perché? Ma sarai cretina? «Sono umana>>. Ma
vaff...ulo! Usa un po’ di istinto di sopravvievenza! «… la
conoscenza…>>. Si si, voglio vedere quanto conosci dopo esserti
dissanguata nello spazio. Fine? Eh, no! E il finalone a sorpresa? Dal cadavere
del gigante indovina indovinello cosa esce dal budello? Dalla pancia esce un
bel Alien! Il primo Alien! Tiè tiè… E tu da fan dovresti esclamare un WOW a
caratteri cubitali che si deve leggere anche nell’aria, ma… La mia ragazza ha
fatto una giusta osservazione: perché da un proto-umano e una piovra gigante
dovrebbe uscire un umanoide con la testa allungata? Cioè, se è il primo
primissimo, come è possibile che da due creature completamente diverse ne esca
un’altra ancora più diversa? Ai posteri (ciò i quasi certi sequel che faranno)
l’ardua sentenza (speriamo!).
Beh, non fa una piega |
Che poi i protagonisti sono uno più cretino
dell’altro, un esempio per tutti: l’astronave del gigantone sembra una mega
ciambella, quando precipita comincia a rotolare e sulla strada c’è la
protagonista e la manager cattiva; perché cazzo correte dritte davanti a voi? E
spostatevi a lato, no? Infatti la protagonista lo fa e si salva, l'altra viene
stirata.
E quindi è
così, Ridley ha fatto un bel tonfo. Persino il Robin Hood con un obeso Russel Crowe e una vecchia Cate Blanchett a
confronto è meglio (e ce ne vuole). Che gli è preso al buon vecchio Ridley? Si
vede che la senilità lo ha portato a farsi domande esistenziali sul perché
della vita e dell’universo. Speriamo che le risposte le abbia trovate, altrimenti ci
propinerà altri film come questo.
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