Per Dante il Purgatorio è quel luogo di passaggio per le anime già
salve che devono ancora espiare le proprie colpe prima di ascendere al
Paradiso. Ebbene, per gli autori di questo film sono tanti i peccati da espiare. Non così gravi da finire all’inferno, ma comunque un giretto
per le sette cornici dei peccati capitali glielo farei fare.
In principio era Dan Brown che. peccando di avarizia, ma anche un po’ di accidia,
ha venduto i diritti per un film realizzato ben 7 (un caso? Noi di “Viaggio
Per Nerdopolis” pensiamo di no!) anni dopo il seguito.
Ma giustamente qualche miliarduccio in più fa sempre comodo, specie visto che del tuo Robert Langdon non se ne sente parlare da parecchio. Ron Howard colto da superbia ha pensato di cimentarsi ancora con Langdon, sperando di campare di rendita con i primi due film. La lussuria è quella dello sceneggiatore che ha voluto mettere in sottofondo una storiellina d’amore inespresso tristissima tra anziani.
La gola invece è il peccato di Tom Hanks che come uomo d’azione di 100 kili, insomma, non tanto regge. L’invidia e l’ira invece sono i tuoi peccati da spettatore: un po’ perché invidi i bambini nella sala accanto che si fanno grasse risate vedendo Pets e ira perché esci dal cinema un po’ incazzato. Dopotutto i primi due non erano stati affatto male (meglio il secondo): si thriller non proprio eccelsi, ma con le loro due orette di misteri e intrighi ti intrattenevano piacevolmente.
Ma giustamente qualche miliarduccio in più fa sempre comodo, specie visto che del tuo Robert Langdon non se ne sente parlare da parecchio. Ron Howard colto da superbia ha pensato di cimentarsi ancora con Langdon, sperando di campare di rendita con i primi due film. La lussuria è quella dello sceneggiatore che ha voluto mettere in sottofondo una storiellina d’amore inespresso tristissima tra anziani.
La gola invece è il peccato di Tom Hanks che come uomo d’azione di 100 kili, insomma, non tanto regge. L’invidia e l’ira invece sono i tuoi peccati da spettatore: un po’ perché invidi i bambini nella sala accanto che si fanno grasse risate vedendo Pets e ira perché esci dal cinema un po’ incazzato. Dopotutto i primi due non erano stati affatto male (meglio il secondo): si thriller non proprio eccelsi, ma con le loro due orette di misteri e intrighi ti intrattenevano piacevolmente.
Insomma, questo Inferno si
rivela una delusione. Non un brutto film, ma una delusione. Non alta, perché
non erano alte neanche le aspettative, ma un film con parecchie stonature.
Senza far spoiler (anche se non è che stiamo parlando chissà di
cosa…), il film è pieno di situazioni inutilmente articolate e complicate ed
altre invece veloci, sbrigative e, ebbene si, prevedibili. Insomma, i primi
due, se ne può dire ciò che si vuole, ma non erano prevedibili. Invece qui, lo
sceneggiatore di chiama a telefono mentre vedi il film e ti dice «stai guardando? Eh? Che mo c’è un
sorpresone che non ti aspetti!», e tu, dopo la quarta telefonata gli chiudi
la chiamata.
Il problema sono i miliardari egoici! |
C'è tanto Dante in questo film, quanto in Transformers! |
E, poi, anche come film in sé non vale poi così tanto: ritmo
discontinuo, si rende facilmente noioso e, sinceramente, poco attrattivo. Se
non fosse per la location di Firenze (poco e male sfruttata, diciamolo) sarebbe
uno di quei filmetti che Nicolas Cage fa da dieci anni a questa parte.
Ebbene si, un film che si regge sugli altri due sperando così di avere
autonomia, ma niente, non ce la proprio mai a decollare. Tenta di evocare
quelle atmosfere ma ne è distante anni luce.
Che dire, dobbiamo sperare in un quarto? Beh, c’è sempre un quarto
libro con Robert Langdon, Il Simbolo Perduto, non si sa mai riescano ad
aggiustare il tiro… O a peggiorarlo…
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