Tanto tempo
fa, in una galassia lontana lontana, c’erano delle persone (sembra strano, ma
era così) che facevano film per il gusto di farlo, abbastanza lontani dalle sole logiche economiche, interessati a voler raccontare una storia e a
magnificare lo spettatore. Poi sono arrivati degli omaccioni con il simbolo del
dollaro al posto delle pupille e quell’epoca è finita. Oggi, tra alienoni
cattivissimi, zombi che ti escono pure dalla tazza del cesso, robbotoni di ogni
sorta che se le danno di santa ragione, scapoloni dal sesso facile e che (guarda un
po’!!!) si innamorano della tizia bella e intelligente, siamo a un punto morto! Quindi
cosa si fa? Si pensa a qualcosa di innovativo? Seh, troppo facile! Allora si
guarda al passato! Remake, sequel, prequel, spin-off,
sequeldisequelcheèunprequeldiunremake, non se ne esce più! Ma non si guarda al
passato come una qualunque tendenza artistica che si rispetti, no! Ma per
affondare a piene mani nell’immaginario collettivo e brutalizzarlo
selvaggiamente!
Detto
questo: Super 8. Sicuramente il caro
J.J. Abrahams non è lontano dall’arraffa arraffa hollywoodiano, anche lui ha
famiglia da mantenere, ma con Super 8
ha fatto un’operazione diversa e non biecamente economica. Super 8 è un omaggio!