9 giugno 2015

Intervista a Zerocalcare: autostoppisti per Nerdopolis



Ebbene si, il peregrinare per Nerdopolis ti porta a sbirciare nei lidi più “seriosi” del nerdare. In questo caso, verso i lidi del premio letterario “Strega”. Per chi si fosse perso un pezzo di vita degli ultimi mesi, ricordo che, per il secondo anno consecutivo, il “Premio Strega” ha voluto, a ben ragione, inserire tra i suoi finalisti, un fumetto! Oh… Se l’anno scorso era stato compito di Gipi portare alta la bandiera fumettistica nel nostro paese, questa volta è toccato a Zerocalcare, con lo straordinario graphic novel Dimentica il mio nome. E da bravo Viaggiatore quale io sia, il 30 aprile, giorno della presentazione dei 12 finalisti, ho fatto un paio di domande a questo grande autore. In realtà volevo intervistare l’Armadillo, ma mica son riuscito ad incontrarlo!

La tua candidatura ad un premio letterario ha precedenti illustri quali Watchmen o Maus, all’estero, Gipi e adesso te, in Italia. È un modo per “nobilitare” il medium fumetto o per riconoscergli il giusto valore culturale che, magari, prima non aveva?
Io non penso che il fumetto abbia bisogno di essere nobilitato.  Ha una sua autonomia e una sua dignità, sicuramente. Il fatto che da pezzi della cultura, ma soprattutto da chi fa dibattiti culturali in questo paese, riconosca e ne parli, fa bene a tutto il fumetto.
Dunque, la tua presenza al “Premio Strega” da valore al Medium fumetto o al tuo albo in particolare?
È oggettivo il fatto che ci sono un sacco di fumetti molto più belli del mio che continuano a non avere questa attenzione. È ovvio che, una parte di questa attenzione al mio lavoro da parte della “cultura alta”, è legata al fatto che questo fumetto ha venduto molto bene. Se questo fumetto vendeva molto meno, c’era anche molta meno attenzione. Ancora fatica, il fumetto, ad affermarsi, però io penso, spero, che questi sono dei passettini che serviranno ad aiutare tutti.

In tutti i tuoi lavori, specie nell’ultimo, l’impronta autobiografica è molto forte: la scelta è di fare una sorta di “autoanalisi” autoriale o di legare te stesso e i tuoi lavori al lettore?
In realtà è soltanto l’unico modo in cui so fare i fumetti [ride]. Autoanalisi no. Nel senso che l’analisi servirebbe ad aiutare e a me, questo non aiuta [ride], mi risolve o mi esorcizza problemi…

Dì la verità, l’Armadillo è sempre più grande!
Si, è sempre più grande, sempre più imponente [ride].  Però, il linguaggio che ho utilizzato per raccontare le cose è con quella chiave là. Io non sono uno particolarmente fantasioso come sceneggiatore di finzione. Ho imparato a raccontare le cose che mi succedono con quel linguaggio e, di base, faccio quello.
Abbiamo presentato in anteprima, a Benevento, il primo fumetto al mondo stampato in esacromia, Lumina, finanziato con il sistema del crowdfunding. Quanto è importante l’autoproduzione per il mondo dei fumetti? Ed è quella la “chiave” per entrare in questo mondo?
L’autoproduzione ha un valore gigantesco, in generale. Io devo un sacco all’autoproduzione, anche lo stesso La Profezia dell’Armadillo, è nata come autoproduzione e per dieci anni ho lavorato solo sulle autoproduzioni. Non ho un approccio dogmatico, a seconda di quello che vuoi fare, di quello di cui vuoi parlare, le cose hanno supporti diversi ed esigenze diverse. Ha dei limiti l’autoproduzione: uno è sicuramente la distribuzione, poi il fatto è che ti servano dei soldi all’inizio, anche col crowdfunding stai chiedendo dei soldi a scatola chiusa, c’è il problema, inoltre, che l’autoproduzione di un esordiente che non conosce nessuno, spesso, si limita a poche copie… Penso che nessuna forma di edizione in sé, sia la formula magica per fare le cose. Sicuramente l’autoproduzione ha di positivo il fatto che detti tu i tempi, detti tu i contenuti, è il prodotto Tuo e nessuno te lo potrà mai togliere.

Qual è il tuo rapporto col mondo del web? È, anche questo, un veicolo per autoprodursi?
Io ho questa cosa del blog, non l’ho voluto io [ride], me lo ha aperto Makkox, io son nato sul cartaceo. E non ho un rapporto particolarmente stretto, tant’è che non ho una riflessione di tipo editoriale o mercantile sul web. Sicuramente ti da molto velocemente il feedback dei lettori e, per uno che disegna e che scrive, è molto stimolante avere qualcuno che immediatamente ti risponde. Mi aiuta a lavorare, dopodiché, però, curare l’aspetto di produzione, ecc, non è il mio approccio.

Allora non posso far altro che ringraziarti.
Grazie a te!
Lasciamo Zerocalcare e, visto che domani ci sarà l’annuncio per i 5 ultimissimi finalisti del “Premio Strega”, non posso far altro che augurargli, da parte mia, ma da tutto il mondo del fumetto (da me, assolutamente NON rappresentato), «in bocca alla balena»! No, aspè, com’era!?!?!

Ps. Ringrazio l’Artista per le foto e Quirino Calderone per la LABoriosa guida illuminante.

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