Ebbene si, il peregrinare per Nerdopolis ti porta a sbirciare nei lidi
più “seriosi” del nerdare. In questo caso, verso i lidi del premio letterario “Strega”.
Per chi si fosse perso un pezzo di vita degli ultimi mesi, ricordo che, per il
secondo anno consecutivo, il “Premio Strega” ha voluto, a ben ragione, inserire
tra i suoi finalisti, un fumetto! Oh… Se l’anno scorso era stato compito di Gipi
portare alta la bandiera fumettistica nel nostro paese, questa volta è toccato
a Zerocalcare, con lo straordinario graphic novel Dimentica il mio nome. E da bravo Viaggiatore quale io sia, il 30
aprile, giorno della presentazione dei 12 finalisti, ho fatto un paio di
domande a questo grande autore. In realtà volevo intervistare l’Armadillo, ma
mica son riuscito ad incontrarlo!
La tua candidatura ad un premio
letterario ha precedenti illustri quali Watchmen
o Maus, all’estero, Gipi e adesso te,
in Italia. È un modo per “nobilitare” il medium fumetto o per riconoscergli il
giusto valore culturale che, magari, prima non aveva?
Io non penso che il fumetto abbia bisogno di essere nobilitato. Ha una sua autonomia e una sua dignità,
sicuramente. Il fatto che da pezzi della cultura, ma soprattutto da chi fa
dibattiti culturali in questo paese, riconosca e ne parli, fa bene a tutto il
fumetto.
Dunque, la tua presenza al “Premio
Strega” da valore al Medium fumetto o al tuo albo in particolare?
È oggettivo il fatto che ci sono un sacco di fumetti molto più belli
del mio che continuano a non avere questa attenzione. È ovvio che, una parte di
questa attenzione al mio lavoro da parte della “cultura alta”, è legata al
fatto che questo fumetto ha venduto molto bene. Se questo fumetto vendeva molto
meno, c’era anche molta meno attenzione. Ancora fatica, il fumetto, ad
affermarsi, però io penso, spero, che questi sono dei passettini che serviranno
ad aiutare tutti.
In tutti i tuoi lavori, specie
nell’ultimo, l’impronta autobiografica è molto forte: la scelta è di fare una
sorta di “autoanalisi” autoriale o di legare te stesso e i tuoi lavori al
lettore?
In realtà è soltanto l’unico modo in cui so fare i fumetti [ride].
Autoanalisi no. Nel senso che l’analisi servirebbe ad aiutare e a me, questo
non aiuta [ride], mi risolve o mi esorcizza problemi…
Dì la verità, l’Armadillo è sempre più grande!
Si, è sempre più grande, sempre più imponente [ride]. Però, il linguaggio che ho utilizzato per
raccontare le cose è con quella chiave là. Io non sono uno particolarmente
fantasioso come sceneggiatore di finzione. Ho imparato a raccontare le cose che
mi succedono con quel linguaggio e, di base, faccio quello.
Abbiamo presentato in
anteprima, a Benevento, il primo fumetto al mondo stampato in esacromia, Lumina, finanziato con il sistema del
crowdfunding. Quanto è importante l’autoproduzione per il mondo dei fumetti? Ed
è quella la “chiave” per entrare in questo mondo?
L’autoproduzione ha un valore gigantesco, in generale. Io devo un
sacco all’autoproduzione, anche lo stesso La Profezia dell’Armadillo, è nata
come autoproduzione e per dieci anni ho lavorato solo sulle autoproduzioni. Non
ho un approccio dogmatico, a seconda di quello che vuoi fare, di quello di cui
vuoi parlare, le cose hanno supporti diversi ed esigenze diverse. Ha dei limiti
l’autoproduzione: uno è sicuramente la distribuzione, poi il fatto è che ti
servano dei soldi all’inizio, anche col crowdfunding stai chiedendo dei soldi a
scatola chiusa, c’è il problema, inoltre, che l’autoproduzione di un esordiente
che non conosce nessuno, spesso, si limita a poche copie… Penso che nessuna
forma di edizione in sé, sia la formula magica per fare le cose. Sicuramente l’autoproduzione
ha di positivo il fatto che detti tu i tempi, detti tu i contenuti, è il
prodotto Tuo e nessuno te lo potrà mai togliere.
Qual è il tuo rapporto col
mondo del web? È, anche questo, un veicolo per autoprodursi?
Io ho questa cosa del blog, non l’ho voluto io [ride], me lo ha aperto
Makkox, io son nato sul cartaceo. E non ho un rapporto particolarmente stretto,
tant’è che non ho una riflessione di tipo editoriale o mercantile sul web. Sicuramente
ti da molto velocemente il feedback dei lettori e, per uno che disegna e che
scrive, è molto stimolante avere qualcuno che immediatamente ti risponde. Mi aiuta
a lavorare, dopodiché, però, curare l’aspetto di produzione, ecc, non è il mio
approccio.
Allora non posso far altro che
ringraziarti.
Grazie a te!
Lasciamo Zerocalcare e, visto che domani ci sarà l’annuncio per i 5
ultimissimi finalisti del “Premio Strega”, non posso far altro che augurargli,
da parte mia, ma da tutto il mondo del fumetto (da me, assolutamente NON rappresentato),
«in bocca alla balena»! No, aspè, com’era!?!?!
Ps. Ringrazio l’Artista per le foto e Quirino Calderone per la LABoriosa guida illuminante.
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