Tutti a parlare di sto film. A tutti piace. Tutti escono dalla sala
pieni di godimento. Finalmente, con il sommo ritardo dovuto ad un piccolo
incidente da Viaggiatore, arrepezzato come il Max del titolo, eccomi finalmente
in sala.
Ma ne è valsa la pena trascinarsi al cinema? Ne è valsa la pena stare per
quasi due ore in una sala cinematografica? Ne è valsa la pena guardare deserto
per tutto il tempo?
A costo di discostarmi dal trend del momento, devo dissentire e…
Ma no! Non ce la faccio! Come non si fa a non amare Mad Max – Fury Road!
Due ore di inseguimento nel deserto, due ore a perdifiato nel mondo
post-apocalittico di Max, due ore di possenti immagini che inebriano il tuo
spirito ed eccitano la tua anima.
Si, perché il film questo fa: ti fa eccitare come un bambino, anzi,
coerente con il tema del film di gasa
tutto il tempo! E mi ha fatto strano che un “inseguimento in macchina”,
solitamente una parte di un film d’azione, duri per tutto il tempo e non ti
annoia neanche un attimo. Nonostante, bisogna dire, che questi parlano della
benzina e dei proiettili come se fossero oro e ne sprecano a secchiate per
tutto il tempo!
Ma comunque, la tua parte critica se n’è va via subito con il nostro
su duna a scrutare l’orizzonte che schiaccia una lucertola a due teste e se la
mangia, all’inizio del film, per poi gridare come un forsennato accanto a te
quando compare il chitarrista cieco con la sua chitarra lanciafiamme e il
gruppo di percussionisti alle sue spalle!
È tutto talmente tanto esagerato che niente ti disturba, accetti
tutto, pure il camion cisterna dei protagonisti che sopravvive a qualunque tipo
di esplosione-cratere-buca-sassolino-frane-fiamme.
La storia… Allora… Max viene rapito, diventa la «sacca» (cit.) per la
trasfusione di sangue per un pazzo mentre fa un inseguimento e perciò lo tiene
incatenato alla macchina, fa amicizia con un gruppo di donne in fuga, si
alleano… E basta, non dico altro. Non perché ci sia un chissà quale intreccio
narrativo innovativo, ma perché è il tipico film che ti devi seguire senza
pensieri, se non quelli di voler guidare a perdifiato sulle dune appena uscito
dal cinema.
È un film d’immagini dalla fotografia strepitosa e dagli effetti
assolutamente coinvolgenti: un lungo viaggio a perdifiato che non ti da un
attimo di tregua. La capacità narrativa del regista Miller non è messa indubbio
neanche un momento: il controllo delle immagini, delle scene, dei personaggi,
dell’intera messinscena è totale, nonostante il film trabocchi dei più
disparati elementi. Negli inseguimenti (moltissimi e fichissimi) assistiamo ad
una corsa di bighe romane con assalti stile pirati a macchine trasformate in assurdi
tank partoriti direttamente dalla mente di un rigattiere pazzo!
Tizi legati a pertiche basculanti attaccati a macchine che sfrecciano
veloci all’inseguimento di Max e compagnia femminile, il nostro eroe che è
costretto a guidare l’autocisterna con una chiave inglese perché gli hanno
sradicato il volante con un arpione, il martellante e ossessivo battere delle
percussioni nelle orecchie tue e degli inseguitori per eccitare e caricare sia
te che gli inseguitori, il film è un’esplosione eccitante di ogni cosa che è
venuta in mente a George Miller in questi 34 anni che separano questo capitolo
dall’ultimo fatto. È strano pensare ad un quarto capitolo, dopo una trilogia
che si è innestata nell’immaginario collettivo con grande forza, eppure il film
riesce a dare qualcosa di estremamente nuovo al filone post-apocalittico,
proprio grazie alla forza penetrante del meltin-pot visivo costruito con grande
coerenza.
Che altro dire? Niente! Va visto, va amato, va riguardato, va goduto!
Ed ogni volta che sei li annoiato, non sai che fare, stai moscio, riguardati Mad Max – Fury Road e sentirai
l’adrenalina pompare come benzina nel tuo cuore che, così, romberà come un
motore da carro armato!
La tua faccia mentre guardi il film! |
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