Da dove cominciare? Mmm… Si, è difficile, perché parlare di Lumina significa parlare di
millemilamilioni di cose. Vabbè, ma partiamo dalle coordinate principali.
Emanuele Tenderini e Linda Cavallini sono gli artefici, veri e propri
demiurghi, di questo riuscitissimo esperimento di fumetto d’autore, pensato e
realizzato per regalare a tutti noi un piccolo grande gioiello del fumetto
contemporaneo.
Realizzato grazie al crowdfunding (mica ve lo devo spiegare io?
“Raccolta fondi”? Finanziamento da parte degli utenti del web? Si? Bene!) ha
raccolto circa 60.000 euro-soldi. Un cifrone per un fumetto, che ha permesso al
dinamico-duo-di-cui-sopra di utilizzare
un’innovativa (per il fumetto) tecnica di stampa: la pluricromia. Direte, eh
cioè?
Per Lumina, invece, non bastavano quattro colori. Ne son serviti ben
sette (sei, più una lamina d’argento). Perché? Perché il fumetto risulti essere
estremamente più luminoso. Un tripudio di colori e cromie vivide e lucenti. Ti
ci puoi abbronzare tanto che i colori sono luminosi. Beh, da un fumetto che si
chiama Lumina, che t’aspettavi?
Signori e signore, questo è il primo fumetto al mondo (!!!) ad
utilizzare questa tecnica di stampa. E il fatto che sia italiano, beh,
diciamocelo, ma un po’ di orgoglio patriottico nasce in noi.
Si, ma è solo stampa magnifica sto fumetto? Ovvio che no!
Tenderini e Cavallini hanno inventato di sana pianta un universo intero
pieno zeppo di creature, personaggi, geografie, e tutto ciò che rende
complesso, articolato e affascinante un “nuovo” universo in attesa di essere
esplorato. Un grandioso affresco, accennato e raccontato in parte, in attesa di
esplodere con i prossimi volumi. Si, perché appena finito di leggere, tu vuoi
sapere come continua la storia, rimani li a bocca aperta perché ormai anche tu,
insieme a due giovani protagonisti (Miriam e Kite), sei piombato sul pianeta
Lumina e vuoi sapere che ci stai a fare li.
Lo stile è da manga ma arricchito dall’estetica di quella che è la
controparte animata, gli anime. Ma non solo: maestose elaborazioni digitali
estremamente complesse, fanno da sfondo alla linea chiara francese che descrive
minuziosamente i dettagli dei personaggi. Mentre leggiamo, facciamo la
conoscenza di creature e paesaggi che fondono in maniera innovativa,
suggestione da Avatar o dalla saga di
Final Fantasy, con l’arte delle
maschere africane innestate da linee luminose stile Tron: Legacy.
Come dicevo: un tripudio visivo di visioni ed immaginazione, reso
ancora più coinvolgente dalla stampa.
Ma a Lumina va dato anche un
altro primato. I due autori hanno utilizzato l’innovativa (perché inventata ed
utilizzata proprio da loro) dell’ Hyperflat, grazie alla quale dalla canonica e
tipica messa a fuoco del fumetto, si passa ad una profondità mai vista prima in
un comics, complice la vera e propria messa a fuoco dei campi.
Si vantano di aver simulato l’immagine dello schermo sul fumetto… Beh…
Ci son proprio riusciti!
Beh, prima di concludere, vorrei aggiungere un altro primato a questo
fumetto: in un periodo storico e tecnologico, in cui il fumetto tenta di
aprirsi alla multimedialità con le varie app per la lettura e i vari touch
sullo schermo per muovere le vignette, Lumina,
sceglie invece, di sperimentare ancora con il supporto storico e assodato del
fumetto, la carta! E per ogni nerd che si rispetti, nulla è come la carta!
Ma questo non vuol dire che il fumetto in questione si fermi al volume
da leggere. Eh già, perché leggere il fumetto mentre ascoltiamo la
straordinaria colonna sonora scritta apposta da Remo Baldi, beh, veramente
allora diventi anche tu un abitante del pianeta Lumina.
Ed entrare così tanto all’interno di un mondo che non esiste, è un
regalo che non tutti i fumetti ci fanno. Ma, Emanuele Tenderini e Linda
Cavallini, fortunatamente si.
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