10 maggio 2015

Lumina: quando un fumetto non è solo un fumetto, ma un video [Recensione]



Da dove cominciare? Mmm… Si, è difficile, perché parlare di Lumina significa parlare di millemilamilioni di cose. Vabbè, ma partiamo dalle coordinate principali.

Emanuele Tenderini e Linda Cavallini sono gli artefici, veri e propri demiurghi, di questo riuscitissimo esperimento di fumetto d’autore, pensato e realizzato per regalare a tutti noi un piccolo grande gioiello del fumetto contemporaneo.

Realizzato grazie al crowdfunding (mica ve lo devo spiegare io? “Raccolta fondi”? Finanziamento da parte degli utenti del web? Si? Bene!) ha raccolto circa 60.000 euro-soldi. Un cifrone per un fumetto, che ha permesso al dinamico-duo-di-cui-sopra  di utilizzare un’innovativa (per il fumetto) tecnica di stampa: la pluricromia. Direte, eh cioè?

Noi siamo abituati ai fumetti a colori. Beh, bisogna sapere quei fumetti la, vengono stampati con la tecnica della quadricromia (lo sapete o le vo devo dì?): grazie alla sovrapposizione di tre colori primari (e poi con l’utilizzo del nero) noi otteniamo tutti i colori che ci servono per vedere supereroi che randellano i cattivi.

Per Lumina, invece, non bastavano quattro colori. Ne son serviti ben sette (sei, più una lamina d’argento). Perché? Perché il fumetto risulti essere estremamente più luminoso. Un tripudio di colori e cromie vivide e lucenti. Ti ci puoi abbronzare tanto che i colori sono luminosi. Beh, da un fumetto che si chiama Lumina, che t’aspettavi?

Signori e signore, questo è il primo fumetto al mondo (!!!) ad utilizzare questa tecnica di stampa. E il fatto che sia italiano, beh, diciamocelo, ma un po’ di orgoglio patriottico nasce in noi.

Si, ma è solo stampa magnifica sto fumetto? Ovvio che no!

Tenderini e Cavallini hanno inventato di sana pianta un universo intero pieno zeppo di creature, personaggi, geografie, e tutto ciò che rende complesso, articolato e affascinante un “nuovo” universo in attesa di essere esplorato. Un grandioso affresco, accennato e raccontato in parte, in attesa di esplodere con i prossimi volumi. Si, perché appena finito di leggere, tu vuoi sapere come continua la storia, rimani li a bocca aperta perché ormai anche tu, insieme a due giovani protagonisti (Miriam e Kite), sei piombato sul pianeta Lumina e vuoi sapere che ci stai a fare li.

Lo stile è da manga ma arricchito dall’estetica di quella che è la controparte animata, gli anime. Ma non solo: maestose elaborazioni digitali estremamente complesse, fanno da sfondo alla linea chiara francese che descrive minuziosamente i dettagli dei personaggi. Mentre leggiamo, facciamo la conoscenza di creature e paesaggi che fondono in maniera innovativa, suggestione da Avatar o dalla saga di Final Fantasy, con l’arte delle maschere africane innestate da linee luminose stile Tron: Legacy.

Come dicevo: un tripudio visivo di visioni ed immaginazione, reso ancora più coinvolgente dalla stampa.

Ma a Lumina va dato anche un altro primato. I due autori hanno utilizzato l’innovativa (perché inventata ed utilizzata proprio da loro) dell’ Hyperflat, grazie alla quale dalla canonica e tipica messa a fuoco del fumetto, si passa ad una profondità mai vista prima in un comics, complice la vera e propria messa a fuoco dei campi.

Si vantano di aver simulato l’immagine dello schermo sul fumetto… Beh… Ci son proprio riusciti!

Beh, prima di concludere, vorrei aggiungere un altro primato a questo fumetto: in un periodo storico e tecnologico, in cui il fumetto tenta di aprirsi alla multimedialità con le varie app per la lettura e i vari touch sullo schermo per muovere le vignette, Lumina, sceglie invece, di sperimentare ancora con il supporto storico e assodato del fumetto, la carta! E per ogni nerd che si rispetti, nulla è come la carta!

Ma questo non vuol dire che il fumetto in questione si fermi al volume da leggere. Eh già, perché leggere il fumetto mentre ascoltiamo la straordinaria colonna sonora scritta apposta da Remo Baldi, beh, veramente allora diventi anche tu un abitante del pianeta Lumina.

Ed entrare così tanto all’interno di un mondo che non esiste, è un regalo che non tutti i fumetti ci fanno. Ma, Emanuele Tenderini e Linda Cavallini, fortunatamente si.

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