Avete presente quella sensazione? Tu stai li tranquillo, pensi di
essere solo, ti infili le dita nel naso, ti gratti in punti oscuri e
imperscrutabili, sei li con la tua dolce metà a fare occhietti languidi da
triglia morta pensando di essere sexy, oppure stai apparando “figure marroni ma
che ti frega tanto siete solo voi due”, quand’ecco che ti senti osservato,
senti quel soffio sulla nuca, ti guardi attorno ma non c’è nessuno. Bene…
Invece qualcuno c’è! È Lorenza Di Sepio! Questa è l’unica spiegazione che mi
son dato: la divertentissima autrice di Simple
& Madama deve avere una telecamera dentro la casa di ognuno di noi, una
mega rete di intelligence, sennò non si capisce. Come fa un fumetto comico ad
essere così coinvolgente? Tu leggi le dis-avventure amorose dei protagonisti e
pensi «ma questo mi accaduto ieri», «ma questo ci è successo al matrimonio dello
zio del fratello del nipote di mai cugina»… Le cose son due: o Lorenza è una
grande autrice, o ci spia… Io, da bravo paranoico quale sono, penso la seconda!
Infatti, questo è l’interrogatorio!
Come sei approdata al mondo del
fumetto?
Fondamentalmente ci sono precipitata. Perché non era assolutamente mia
intenzione fare fumetto. Io lavoro, da quasi dieci anni, in uno studio di
animazione e questo fumetto mi è capitato perché ho fatto delle vignette al mio
ragazzo, ai miei amici e ai miei parenti, e, poi, i social hanno fatto il resto
e mi son trovata a dover pubblicare dei volumi veri e propri. Però, di fatto,
sono un po’ fuori luogo.
Però molti fumettisti dicono
così… Vi vergognate di fare i fumettisti?
[Ride] no no, è che io lascio il lavoro a chi lo sa fare perché ha
studiato e lo fa di mestiere, ma io faccio altro nella vita.
Invece, come è nato il progetto
Simple & Madama? E da dove nasce
il nome?
Come ti ho detto, la storia comincia con delle vignette fatte fatte
per il mio privato, il mio personale. Io ho sempre odiato Facebook, i social,
perché li ho sempre trovati invadenti…
Ecco, abbiamo perso mille fan,
così, di colpo!
No, prima! Adesso ho cambiato assolutamente idea [ride]. Mi contattavano
le persone dicendomi che avevano rubato dal mio blog personale, da mio sito,
queste vignette che avevo fatto per il mio personale. Hanno cominciato a
condividerle e vedendo che facevano quattromila condivisioni a vignetta, ho
detto «mah, forse è il caso che, magari, mi faccio facebook, faccio una pagina,
da cui tutti possano condividerle direttamente».
Per quanto riguarda il nome, è un nome abbastanza ovvio, e, forse,
funziona anche per quello: “simple” e “madama” sono due nomi che racchiudono,
comunque, le personalità dei personaggi;
poi c’era anche un gioco di parole, poiché io mi chiamo “Lorenza”, gli
amici mi chiamano “Lorè”, quindi, quando all’epoca c’era MSN, e ancora c’erano
nickname, per non mettere nome e cognome, mettevo “madamalorè”, perché suonava
come la filastrocca; quindi, poi, da li, “madama” è venuto da se, “simple”
perché la natura dei maschi – e scusami [ride] – è semplice rispetto a quella
di una donna.
Questo femminismo estremo…
No… Non è femminismo, è una cosa oggettiva! Siete più semplici.
Si, è vero!
Per cui, suonava anche bene, era più musicale, rispetto a “Madama
& Simple”, per esempio.
Si, esatto! È iniziato con delle esperienze personali, che non pensavo
assolutamente potessero essere condivise da tanta gente, tipo quando sono
andata al bingo e ho sbagliato a giocare, dicendo «bingo» quando non era vero.
Ma anche altre, come “la ragazza col ciclo” che è più nevrotica, che è già più
ovvia. Quando ho visto che hanno cominciato a prendere piede, che piano piano
piacevano i personaggi, ho staccato i due personaggi dalla mia vita, e hanno
preso un indirizzo tutto loro, che è quello, appunto, dei luoghi comuni, del
raccontare con simpatia e leggerezza, magari, dei problemi oppure la vita di
tutti i giorni.
Ma, di personale, alla fine,
quanto c’è?
Di personale, c’è la creazione grafica dei personaggi, diciamo, tipo i
capelli così, i colori, però, tutto il resto, tutto quello che è venuto dopo, è
una generalizzazione.
Quindi, ci stai dicendo che il
tuo ragazzo ha quei capelli così, non ti risponde ai messaggi…
Le primissime, guarda, prese proprio dal mio privato, sono quella dei
due che si regalano lo stesso peluche per sbaglio e quella dell’ «ho caldo, ho
freddo, mi trascuri» perché, purtroppo, in certi giorni del mese, capita di…
Però, teniamo conto che voi
donne avete sempre più freddo di noi uomini…
… Mangiate di più…
Perché vi dobbiamo difendere,
quindi dobbiamo mantenerci in forze, ma vedi un po’!
Ma adesso parliamo
tecnicamente: quali sono le tue influenze artistiche? Hai dei modelli di
riferimento? Sia grafici che comici?
Io, dal punto di vista dei fumetti, leggo pochissimo, purtroppo…
Questa è un’altra cosa che
dicono i fumettisti!
Ma sto recuperando, mi sto riaggiornando sul settore. Ma io, essendo
nata come disegnatrice di cartoni animati, mi sono più concentrata sui cartoni,
quindi, i classici Disney, gli anime, Ken
il guerriero, Devilman…
E, ma soprattutto Ken il guerriero in Simple & Madama è onnipresente!
I cavalieri dello zodiaco, poi, non ti dico! [Ride]
E quindi i fumetti che ho letto sono su questo genere. Come linea
grafica non mi rifaccio a nessuno in particolare. Ed essendo nati, così, per
scherzo, è stato il primo stilo che mi è venuto, di getto: un miscuglio di una
serie di cose che, probabilmente, ho assimilato senza sapere. Per quanto
riguarda la comicità, non mi rifaccio consciamente a qualcuno, però, mi piace
molto Paco Roca, Leo Ortolani, i grandi…
Anche questo: Leo Ortolani
ritorna sempre.
È un must!
E, invece, come realizzi
tecnicamente le avventure di Simple &
Madama?
I disegni di per sé, ne sto facendo talmente tanti che vado
direttamente in digitale, quindi non passo più dalla bozza su carta, ripulita,
ma vado direttamente, dallo sfondo bianco, di linea, poi faccio il livello di
colore, di ombre. Per l’impaginazione ci pensa, per fortuna, la MagicPress,
quindi, almeno, questa cosa me la tolgono dagli oneri da fare [ride]. Penso
prima a ciò che mi piacerebbe raccontare e trovo il modo più semplice, la
freddura, per essere più diretta possibile. Perché non mi piace dilungarmi
troppo.
A questo punto ti chiedo: come
nasce la vignetta di Simple & Madama?
Allora… Io decido di raccontare la voglia di cioccolata? Mi accorgo
che sono in quel periodo del mese n cui ho fame e voglia di cioccolata? Mi dico
«porca miseria, questa potrebbe interessare!» e allora penso al modo più
ironico e leggero di far vedere, magari, quando una ragazza ha bisogno di
mangiare cioccolata. Prima nasce la gag, poi adatto la battuta ai testi.
Vabbè, tu un po’ ce lo hai già
accennato: qual è il tuo rapporto col mondo del web adesso?
Adesso è bellissimo! Io mi diverto tantissimo a rispondere ai
commenti, leggerli, a contare i “mi piace”, le condivisioni… Ma non solo per un
fatto di orgoglio, di dire «ah che bello piace il lavoro che faccio», ma anche
per correggere il tiro su quello che dovrò fare dopo: se vedo che un certo tipo
di vignetta va meglio, ha un riscontro positivo, dei commenti positivi, magari
mi butto più su quel genere che non più su qualcosa di diverso.
Molti autori di web comics ritrovano, questo fatto del
riscontro, un modo per rielaborare il futuro del propri lavori, della propria
opera.
Si si, poi c’è da dire che è anche uno scambio di energia, perché
quando vedi che una cosa è apprezzata, ti viene buon umore e, quindi, ti
vengono ancora più battute da fare. Quando si ammoscia un po’ la situazione è
un problema.
Tu adesso sei approdata al mondo
dell’editoria. C’è una differenza
tra un web comics e un albo editato? Tra i due che intercambio c’è?
Dal punto di vista dl web comics, diciamo che è comodo, perché, finché
non è un lavoro – perché, appunto, l’ho cominciato per scherzo – hai
un’autonomia totale, per cui, «oggi mi va di fare la vignetta sull’eclissi», la
faccio, la posto, vedo come va e faccio altro. Quando subentra, poi, un
editore, il problema si fa grosso perché hanno determinate aspettative, pretese
o, comunque, non quello che piace a te, piace all’editore, come è stato poi nel
mio caso: quando sono passata a MagicPress, io volevo fare il libro di
“pillole” – che sono quelle che ho sempre fatto sulla mia pagina – e loro,
invece, volevano un fumetto “narrato”. Per cui c’è stato un po’ un braccio di
ferro sul «cosa facciamo?»: a me non andava di fare la storia lunga, loro non
volevano le “pillole”, alla fine abbiamo trovato un compromesso. Però c’è stato
tanto lavoro…
Una storia lunga di pillole!
Si, esatto [ride].
Quindi, come sono nati i due
progetti di “La scintilla” e “Orgoglio e pregiudizio”?
Mi hanno chiesto se volevo pubblicare qualcosa e abbiamo pensato a
questo compromesso di pillole, ho pensato potesse essere una bella idea
cominciare dall’inizio, quindi, il primo volume è, appunto, il primo
appuntamento, i preparativi, lei che si prepara duemila ore prima, lui che ci
mette tre secondi! Nonostante i due albi siano consecutivi sono anche
autoconclusivi.
“La scintilla” è abbastanza ovvio come nome e il contenuto che c’è
dentro. Invece, “Orgoglio e pregiudizio”?
“Orgoglio e pregiudizio” è stato un pochino più sofferto come titolo
però sono contentissima, soddisfattissima. Perché, il secondo volume, tratta di
loro che iniziano a frequentarsi, quel periodo iniziale in cui si sta insieme
ma non si dice che si sta insieme, e quindi c’è questo pregiudizio dell’essere
fidanzati, che è sbagliato, e poi anche l’orgoglio di dire «no, io con lei ci
esco e basta, è un’amica» e, poi, da li, c-[ tutta l-evoluzione della cosa e
quindi…
E quindi il terzo volume!
Si, il terzo volume [ride].
E si chiamerà?
Non si dice…
Che cattiveria… Ya… Un piccolo
spoiler…
E che ancora non lo so [ride]!
Apposto!
Volevo fare la misteriosa, ma, in realtà, il titolo ancora non lo!
Allora, l’ultima domanda: com’è
il tuo rapporto con l’animazione?
Fare l’animazione è ancora più faticoso che fare un
fumetto, secondo me. Anche se non due cose completamente diverse, infatti, io,
nonostante l’esperienza dell’animazione, col fumetto, proprio zero! Basti
pensare che ogni secondo di animazione sono 25 frame, quindi, più o meno, 12
disegni al secondo, uguali, o comunque spostati di poco. Quindi… È molto
faticoso, dal punto di vista proprio fisico e del tempo che prende, però da
molta soddisfazione, vedi il personaggio che si muove.
E fare
un’animazione di Simple & Madama?
Ci ho pensato! Però, per il momento mi è proprio
impossibile, non ho proprio il tempo. Ma mi piacerebbe fare delle “pillole”
brevi animate.
Allora io
ringrazio Lorenza della disponibilità…
E a te della pazienza…
Addirittura?!
Vabbè, uomo e donna si devono sopportare…
Dopotutto…
Rilasciamo Lorenza sotto sorveglia vigilata perché non è che ci ha
proprio convinto della sua innocenza, ma la ringraziamo anche per la gentilezza
e la simpatia, senza dimenticare, però, di ringraziare l’Artista per la
documentazione fotografica, Batarman per il video e ovviamente Zio Edo e la
Madama (non quella de fumetto) per aver messo a disposizione la stanza degli
interrogatori.
Comunque, continuerò a seguire le gesta della sospettata, magari si
tradisce! Almeno nel frattempo mi faccio un sacco di risate!
Ps. Ce lo metto il video, ma solo per quelli di voi che sono scesi in fondo alla pagina per vederlo!
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