E continuiamo a leggere...
Comincia
ufficialmente il sagone Marvel AvX…
No, ancora
no… Ma se è in numero 0 che pretendi?
Diciamo che
questo numero cerca di sbrogliare un pochino la matassa degli eventi
precedenti.
Per chi non
lo se lo ricordasse Scarlet, un po’ di tempo fa, ha avuto una brutta crisi di nervi, ma
brutta forte: ha perso il controllo dei suoi poteri di alterazione della realtà
e scassando tutto ha creato un bel po’ di casini (ma proprio un riassunto
stringatissimo). E quindi all’inizio della storia vediamo l’AIM che tenta di
fare secco un traditore sotto la protezioni testimoni, comandato
dall’affascinante e sexy M.O.D.O.K. conosciuto anche come “l’uomo senza collo”
(in realtà senza nulla, è una capa gigante con quattro zampette).
Seeeeexy!!! |
Interviene
una prosperosa e seminuda Scarlet per distruggere i “temibili apicoltori” ma
non ce la fa proprio e piglia mazzate.
Non aveva altro da mettersi? |
Per fortuna chi ti interviene? Ms.Marvel
e la Donna Ragno! Tra un «ciao, come stai?» e l’altro le dicono: «perché non vieni alla base dei vendicatori per un caffè a salutare gli
altri?». Ideona! Come si dice, “tra moglie e marito non mettere il dito”.
L’accoglie sull’uscio il suo ex marito Visione: tenendo presente che nella sua
follia Scarlet ha usato il corpo del marito per creare armi da usare contro il
gruppetto degli Avengers, è normale che troviamo Visione leggermente
incazz... infastidito. Con un due di picche grosso quanto una casa la manda al diavolo e
coda tra le gambe (anzi mani tra le lacrime) Ms.Marvel si porta via Scarlet. Anche
se è stato “leggermente” crudele, questo non impedisce a una lacrimuccia di
solcare le gote di Visione (Poesia!!!).
La seconda
storia dell’albo ha per protagonista Hope. In X-Sanction l’avevamo lasciata che la Fenice stava arrivando da lei.
A questa notizia, da brava adolescente incazzosa Hope ogni sera se ne esce da
Utopia (l’isola-base delgi X-Men) per andare a schiarire la mente, e nel
frattempo fracassare qualche cranio a qualche cattivone. Ciclope, che non è
proprio cosa sua, tenta di fare la figura “paterna” autoritaria di questo cazzo
e le dice: «no, non devi uscire, sei importante, sei il Messia, bla bla
bla». Quando Hope gli chiede di Fenice, virilmente alza il culo per
andarsene.
E affrontala una questione, no? No! |
Che uomo!!! La radio della polizia che Hope tiene legata alla
cintura avvisa di una rapina e così lei fa per andarsene, Ciclope tenta di
fermarla e lei, leggermente stizzita, lo manda al diavolo col suo stesso
raggio e via, jet pack sulle spalle verso la città.
Nella banca Hope trova il
tristissimo gruppo di super criminali La Società Dei Serpenti e li scomma
letteralmente di sangue, finchè uomocoraggioCiclope non arriva e se la riporta
a casa. «Ci penso io alle
autorità. Poi, mi occuperò di te», dice Ciclope, un vero leader! Ma
assai! E così Hope se ne ritorna a Utopia.
Come risolve lui i problemi... Non li risolve! Rimanda! |
La terza
storia è utile quanto un calcio nei denti: fa vedere Nova che scappa alla
chetichella per avvisare il mondo che sta arrivando Fenice. Ma dai? In effetti
lo avevano ripetuto solo un miliardo di volte, poteva non essere chiaro.
Che sarà mai quella cosa là dietro? Sembra un piccione... Mah?! |
Comunque…
La
sceneggiatura è di un altro grandissimissimo: Brian Michael Bendis, e si vede.
Bendis, specialmente sulle storie che si dipanano in diversi albi, sa come
attirare l’attenzione e come rendere accattivanti i personaggi e quindi anche
il siparietto del dramma familiare ci stuzzica quanto deve. La storia dedicata
ad Hope, scritta da Jason Aaron, invece ti comincia a mettere nella carreggiata
AvX e così la segui volentieri nonostante racconti dell’isterismo
adolescenziale di Hope e del qualunquismo di Ciclope.
Frank Cho si
è occupato di disegnare il tutto. Che dire, non stiamo parlando del primo
disegnatore a caso, anzi. Parliamo di un ottimo artista che cerca sempre di
dare un taglio realistico all’ambiente nonostante faccia da teatro a dei
supereroi. Belle le scene cittadine della storia di Scarlet, così come il
mantello dell’eroina che svolazza dappertutto.
Quindi i dettagli, anche i
colori (di Jason Keith), la composizione e l’articolazione delle vignette vanno
a rendere un’atmosfera molto vicina al lettore, come se tutto questo stesse
succedendo sotto casa. Splendida la tavola finale della storia di Hope: molto
cinematografica, mostra uno zoom che dal primo piano di Hope si allontana verso
lo spazio profondo, fino al cliffangher della pagina successiva che mostra
l’avvicinarsi di Fenice (non si era capito che Fenice sta arrivando?).
E quindi
aspettiamo e gustiamoci il succedersi degli eventi e cerchiamo di scoprire le
ragioni (anche se qualcosa si può già intuire) come mai Avengers e X-Men
decidono di darsele di santa ragione.
p.s. Fenice
sta arrivando… Ci sono ancora dubbi?
Fenice? Sei tu? Noooo... Non c'è manco un indizio! |
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