15 febbraio 2016

Deadpool: L’antieroe che tutti dovrebbero amare


Schizofrenia, allucinazioni, battute, trashume, grottesco, gran guinol, metanarratività, rottura della quarta parete, sangue a fiotti: tutte parole che fanno rima con Deadpool. Il film è alle porte, anzi, è sull’ingresso e sta per bussare al campanello. Perché non fare una ripassata sull’eroe diversamente eroe più folle della casa delle idee? Dopotutto noi possiamo aver letto un sacco di roba dedicata al mercenario chiacchierone, ma sappiamo davvero chi è costui? Beh… Chi ne vuol sapere di più si legge il post, per chi ha Deadpool nel sangue, se lo legge lo stesso che domani interrogo, eh!
Ok, per chi non conoscesse questo personaggio (ed è già una grave mancanza), Deadpool è un “mutante” nato nell’universo degli X-Men e trasferitosi poi in una testata tutta sua. Metto la parola mutante tra le virgolette perché Wade Wilson (il suo vero nome), per curare una forma terminale di cancro al cervello, decide di sottoporsi a cure sperimentali del Dipartimento K - del malvagiosissimo Canada tutto alci e giubbe rosse - un distaccamento del progetto Arma X che mira ad utilizzare il fattore di guarigione di Wolverine in altri soggetti.
Ora, il Nostro non guarisce ahimè dallo schifoso, ma il nuovo potere non fa altro che controbilanciare le nuove cellule tumorali che crescono con nuove sane e così via: diventa praticamente invulnerabile  e potenzialmente immortale, ogni parte del corpo tagliata, strappata, esplosa, distrutta, ecc. ricresce uguale a prima.
Scordatevi Superman dalla mazza nelle granitiche chiappette tutto preciso e eroico, scordatevi Spider-Man daungrandepoterederivanograndiresponasabilità, anche il buon vecchio Batman tutto depressione e incazzosità… Qui ci troviamo davanti a un personaggio assolutamente atipico.
Ps. Voglio precisare che adoro in maniera proto erotica sia Batman che il buon vecchio Spidy. No, Superman, mi sta sulle palle!
Dunque… Correva l’anno 1991, in un freddo febbraio, le edicole e le fumetterie americane mettevano sugli scaffali il numero 98 della testata New Mutants. La storia era L’inizio della fine e a pagina 13 compariva per la prima volta Deadpool, pronto a randellare Cable, ed era scritta dall’argentino Fabian Nicieza e disegnata dal controverso Rob Liefeld.
Era l’inizio di un personaggio che, da allora, è molto cambiato, si è arricchito ed è diventata un’icona pop contemporanea. Deadpool è stato protagonista di due miniserie: Il giro dell’oca e I peccato del passato, rispettivamente 1993 e 1994. Poi ha avuto una testata tutta sua curata da Joe Kelly, poi una con Cable.
Il 2008 è stato il momento della serie-capolavoro-assoluto scritta da Daniel Way, varie miniserie come l’Uccidologia e diversi One-Shot. Infine l’ultima testata curata da Gerry Duggan e Brian Poshen con zombie, fantasmi di presidenti, matrimoni, zenpool (un inquietantemente pacato Deadpool), figlia, morte. 
Ama i chimichanga e l’attrice Bea Arthur, è innamorato (letteralmente) della Morte (proprio come personificazione) perché spera sempre di cadere nel suo abbraccio senza poterci riuscire.
In italia, abbiamo dovuto aspettare, invece, un caldo luglio del 1994 con X-Force 0 per poterlo conoscere.

Si, ma cosa ha questo antieroe con la tutina rossa e nera di così diverso dagli altri? Il nostro caro Deadpool è folle, lo è sempre stato, deturpato fisicamente come un plumcake masticato e sputato, è irriverente e da almeno 8 anni, ha un piccolo-enorme problema: è schizofrenico malato forte. Attraverso i riconoscibili ballon di colore giallo, non parla semplicemente con se stesso, no, parla con altre due voci interiori e ha delle visioni (chiamata pool-o-vision) che gli fanno percepire la realtà in maniera leggermente diversa. Un esempio? Mentre sta realmente uccidendo di mazzate alieni cattivi, vede gli stessi che gli chiedono l’autografo (nel bellissimo numero 1 della serie di Way, Uno di noi, parte I).
Oppure immagina di giocare a
un vecchio videogioco in 8-bit
E infatti sta qui il punto di forza delle straordinarie sceneggiature degli albi di Daniel Way: giochi metanarrativi a morire, battute caustiche o surreali, scenari grotteschi, siparietti da commedia nere e spazi da azione tipicamente da fumetto. Deadpool ha tutto quello che un fumettista-nerd-amantedicinemaemusica può chiedere: i riferimenti all’universo multimediale del cinema, della musica, della televisione, del fumetto stesso sono infiniti e disseminati ovunque. Insomma un piacere per il lettore e sicuramente una ventata di aria fresca nella soffitta un pò ammuffita di casa Marvel.
Deadpool riesce sempre a sorprenderti: una volta cattivo, una volta buono, una volta antieroe, insomma, cambia la trama così come cambia il personaggio. Spazio, terra, universi paralleli, c’è ne per tutti i gusti e per tutti i palati, dal più fine a quello che ride per le scorregge.
La strameravigliosa saga di In Viaggio Con La Testa è un piccolo capolavoro di metanarratività e di comicità surreale e grottesca: Il nostro eroe scappa per diversi universi paralleli con la sua testa zombi proveniente da un'altra dimensione, inseguito dall’AIM, dall’Hydra, con affianco una formosa dottoressa di cui si innamora perdutamente (in realtà ama qualunque donna che incroci il suo destino).
Per non parlare di quella di Deadpool Corps in cui il Nostro recluta i se stesso degli altri universi per combattere un pianeta affamato. Oppure (la già “postata”) La Guerra di Wade Wilson, con i suoi giochi e rimandi con lo spettatore. Vabbè, ma già lo sapete (e se non sapete, sapetelo).
Straordinari i vari team-up con i diversi eroi sparsi nelle uscite regolari italiane: con Ercole (so che sembra strano, ma è Fantastico!), con Thor, quella con Spider-Man, giocata sulla grande diversità dei due, dimostra che sono sempre soldi ben spesi.
Il grande Alex Alonso ha definito DP come l’incontro tra il Punitore e Bugs Bunny, e la sintesi è perfetta: il piede premuto al massimo sull’acceleratore del surreale, della violenza e della comicità, oltre i canoni del fumetto supereroico a cui siamo abituati, verso il caos.
Ed ora arriva il film. La paura da «ohmiodio la malvagia Hollywood spezzerà il cuoricino da Deadpool-Fan» è ai massimi livelli ma, forse, anche così, potremmo perdonarglielo: nei prossimi albi, lo stesso Deadpool farà il suo cazziatone alla Twenty Century Fox, e noi saremo con lui.

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