Schizofrenia, allucinazioni, battute, trashume, grottesco, gran
guinol, metanarratività, rottura della quarta parete, sangue a fiotti: tutte
parole che fanno rima con Deadpool. Il film è alle porte, anzi, è sull’ingresso
e sta per bussare al campanello. Perché non fare una ripassata sull’eroe
diversamente eroe più folle della casa delle idee? Dopotutto noi possiamo aver
letto un sacco di roba dedicata al mercenario chiacchierone, ma sappiamo
davvero chi è costui? Beh… Chi ne vuol sapere di più si legge il post, per chi
ha Deadpool nel sangue, se lo legge lo stesso che domani interrogo, eh!
Ok, per chi non conoscesse questo personaggio (ed è già una grave
mancanza), Deadpool è un “mutante” nato nell’universo degli X-Men e
trasferitosi poi in una testata tutta sua. Metto la parola mutante tra le virgolette
perché Wade Wilson (il suo vero nome), per curare una forma terminale di cancro
al cervello, decide di sottoporsi a cure sperimentali del Dipartimento K - del
malvagiosissimo Canada tutto alci e giubbe rosse - un distaccamento del
progetto Arma X che mira ad utilizzare il fattore di guarigione di Wolverine in
altri soggetti.
Ora, il Nostro non guarisce ahimè dallo schifoso, ma il nuovo potere non fa altro che controbilanciare le nuove cellule tumorali che crescono con nuove sane e così via: diventa praticamente invulnerabile e potenzialmente immortale, ogni parte del corpo tagliata, strappata, esplosa, distrutta, ecc. ricresce uguale a prima.
Ora, il Nostro non guarisce ahimè dallo schifoso, ma il nuovo potere non fa altro che controbilanciare le nuove cellule tumorali che crescono con nuove sane e così via: diventa praticamente invulnerabile e potenzialmente immortale, ogni parte del corpo tagliata, strappata, esplosa, distrutta, ecc. ricresce uguale a prima.
Scordatevi Superman dalla mazza nelle granitiche chiappette tutto preciso
e eroico, scordatevi Spider-Man daungrandepoterederivanograndiresponasabilità,
anche il buon vecchio Batman tutto depressione e incazzosità… Qui ci troviamo
davanti a un personaggio assolutamente atipico.
Ps. Voglio precisare che adoro in maniera proto erotica sia Batman che
il buon vecchio Spidy. No, Superman, mi sta sulle palle!
Dunque… Correva l’anno 1991, in un freddo febbraio, le edicole e le
fumetterie americane mettevano sugli scaffali il numero 98 della testata New Mutants. La storia era L’inizio della fine e a pagina 13
compariva per la prima volta Deadpool, pronto a randellare Cable, ed era
scritta dall’argentino Fabian Nicieza e disegnata dal controverso Rob Liefeld.
Era l’inizio di un personaggio che, da allora, è molto cambiato, si è
arricchito ed è diventata un’icona pop contemporanea. Deadpool è stato
protagonista di due miniserie: Il giro
dell’oca e I peccato del passato,
rispettivamente 1993 e 1994. Poi ha avuto una testata tutta sua curata da Joe
Kelly, poi una con Cable.Il 2008 è stato il momento della serie-capolavoro-assoluto scritta da Daniel Way, varie miniserie come l’Uccidologia e diversi One-Shot. Infine l’ultima testata curata da Gerry Duggan e Brian Poshen con zombie, fantasmi di presidenti, matrimoni, zenpool (un inquietantemente pacato Deadpool), figlia, morte.
Ama i chimichanga e l’attrice
Bea Arthur, è innamorato (letteralmente) della Morte (proprio come
personificazione) perché spera sempre di cadere nel suo abbraccio senza poterci
riuscire.
In italia, abbiamo dovuto aspettare, invece, un caldo luglio del 1994 con X-Force 0 per poterlo conoscere.
In italia, abbiamo dovuto aspettare, invece, un caldo luglio del 1994 con X-Force 0 per poterlo conoscere.
Si, ma cosa ha questo antieroe con la tutina rossa e nera di così
diverso dagli altri? Il nostro caro Deadpool è folle, lo è sempre stato, deturpato fisicamente come un plumcake masticato e sputato, è
irriverente e da almeno 8 anni, ha un piccolo-enorme problema: è schizofrenico
malato forte. Attraverso i riconoscibili ballon di colore giallo, non parla
semplicemente con se stesso, no, parla con altre due voci interiori e ha delle
visioni (chiamata pool-o-vision) che gli fanno percepire la realtà in maniera
leggermente diversa. Un esempio? Mentre sta realmente uccidendo di mazzate
alieni cattivi, vede gli stessi che gli chiedono l’autografo (nel bellissimo
numero 1 della serie di Way, Uno di noi,
parte I).
E infatti sta qui il punto di forza delle straordinarie
sceneggiature degli albi di Daniel Way: giochi metanarrativi a morire, battute
caustiche o surreali, scenari grotteschi, siparietti da commedia nere e spazi
da azione tipicamente da fumetto. Deadpool ha tutto quello che un
fumettista-nerd-amantedicinemaemusica può chiedere: i riferimenti all’universo
multimediale del cinema, della musica, della televisione, del fumetto stesso
sono infiniti e disseminati ovunque. Insomma un piacere per il lettore e
sicuramente una ventata di aria fresca nella soffitta un pò ammuffita di casa
Marvel.
Oppure immagina di giocare a un vecchio videogioco in 8-bit |
Deadpool riesce sempre a sorprenderti: una volta cattivo, una volta
buono, una volta antieroe, insomma, cambia la trama così come cambia il
personaggio. Spazio, terra, universi paralleli, c’è ne per tutti i gusti e per
tutti i palati, dal più fine a quello che ride per le scorregge.
La strameravigliosa saga di In Viaggio
Con La Testa è un piccolo capolavoro di metanarratività e di comicità
surreale e grottesca: Il nostro eroe scappa per diversi universi paralleli con
la sua testa zombi proveniente da un'altra dimensione, inseguito dall’AIM,
dall’Hydra, con affianco una formosa dottoressa di cui si innamora perdutamente
(in realtà ama qualunque donna che incroci il suo destino).
Per non parlare di quella di Deadpool
Corps in cui il Nostro recluta i
se stesso degli altri universi per combattere un pianeta affamato. Oppure (la già “postata”) La Guerra di Wade Wilson,
con i suoi giochi e rimandi con lo spettatore. Vabbè, ma già lo sapete (e se
non sapete, sapetelo).
Straordinari i vari team-up con
i diversi eroi sparsi nelle uscite regolari italiane: con Ercole (so che sembra
strano, ma è Fantastico!), con Thor, quella con Spider-Man, giocata sulla
grande diversità dei due, dimostra che sono sempre soldi ben spesi.
Il grande Alex Alonso ha definito DP come l’incontro tra il Punitore e
Bugs Bunny, e la sintesi è perfetta: il piede premuto al massimo sull’acceleratore
del surreale, della violenza e della comicità, oltre i canoni del fumetto supereroico
a cui siamo abituati, verso il caos.
Ed ora arriva il film. La paura da
«ohmiodio la malvagia Hollywood spezzerà il cuoricino da Deadpool-Fan» è ai
massimi livelli ma, forse, anche così, potremmo perdonarglielo: nei prossimi
albi, lo stesso Deadpool farà il suo cazziatone alla Twenty Century Fox, e noi
saremo con lui.
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