29 settembre 2013

The Ward: quando per vedere un bel film horror ci si butta sul classico [Recensione]



Sarà che io ho sempre amato Carpenter, tranne quel coso brutto che era l’episodio della seconda stagione di Masters of Horror. Persino il Carpenter di Vampires e Ghost of Mars, che capisco, non tutti hanno apprezzato il mix western-horror e western-fantascienza molto palesi. 
A me questo film è piaciuto. Sono di parte! Il caro vecchio John ha sempre centrato il mio cuoricino tenero da cinefilo, bravo.
È vero che i bei tempi sono andati insieme agli anni del regista e che mi aspettavo qualcosina in più con il “ritorno del maestro”, ma il vecchio John sa ancora il fatterello suo.

Sul piano meramente della regia, è girato benissimo, riprese, movimenti di camera, un po’ lontani da quelli essenziali dei suoi capolavori, ma comunque efficaci. Pur muovendosi in un trito e ritrito luogo da film Horror (manicomio!), le riprese non banalizzano le scene, ma riescono ancora a far provare una bella dose di inquietudine.
Le attrice (tutte! Non se ne salva una) non sono degne di tale nome, ma questa mancanza viene sopperita dalla successione degli eventi che, insolitamente per il nostro regista, è molto veloce e meno “esistenzialista”. Reduce, malridotto con allucinazioni post traumatiche, da un altro film di manicomi, quell’orrore di Sucker Punch (lo ricordiamo tutti, vero?), ritrovo piacevolmente in questo flm, un gusto per l’horror e per il thriller classico, vecchia maniera, senza braccia e budella che volano e sangue che schizza (insomma, ce ne siamo appena passato uno), senza tette e culi in ogni dove (nonostante sia un film “al femminile”), ma con la tensione, la paranoia e l’angoscia di chi ti vuole spaventare con la suspance e non con una motosega nella coscia. 

Non è in contraddizione con quanto detto: non si vedono!!!
Anche il finale, che poteva essere scontato, non lo è affatto e giunge inaspettato quanto basta. Infatti, alla fine... Aspè, ma questo film va visto!!!
I titoli d’inizio, poi, sono veramente intriganti: le foto delle “cure” ottocentesche e novecentesche che si adottavano nei manicomi che si infrangono insieme ai vetri sulle quali sono proiettate.
Certo, non stiamo parlando del Carpenter della Cosa, o di 1997: Fuga da New York, ma la garanzia di chi sa fare cinema non la perdiamo, e tra kolossal in 3D, effetti speciali a secchiate, piccolo piccolo, timidino, sbuca il nostro tenerello John con il suo piccolo film, alza la mano e chiede il permesso di farci vedere un film vecchia maniera, ma ancora capace di sorprendere e coinvolgere.
Vieni, John, vieni alla lavagna!

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