Sarà che io
ho sempre amato Carpenter, tranne quel coso brutto che era l’episodio della
seconda stagione di Masters of Horror.
Persino il Carpenter di Vampires e Ghost of Mars, che capisco, non tutti
hanno apprezzato il mix western-horror e western-fantascienza molto palesi.
A me questo
film è piaciuto. Sono di parte! Il caro vecchio John ha sempre centrato il mio
cuoricino tenero da cinefilo, bravo.
È vero che i
bei tempi sono andati insieme agli anni del regista e che mi aspettavo
qualcosina in più con il “ritorno del maestro”, ma il vecchio John sa ancora
il fatterello suo.
Sul piano
meramente della regia, è girato benissimo, riprese, movimenti di camera, un po’
lontani da quelli essenziali dei suoi capolavori, ma comunque efficaci. Pur
muovendosi in un trito e ritrito luogo da film Horror (manicomio!), le riprese
non banalizzano le scene, ma riescono ancora a far provare una bella dose di
inquietudine.
Le attrice
(tutte! Non se ne salva una) non sono degne di tale nome, ma questa mancanza viene
sopperita dalla successione degli eventi che, insolitamente per il nostro
regista, è molto veloce e meno “esistenzialista”. Reduce, malridotto con allucinazioni post traumatiche, da un altro film di
manicomi, quell’orrore di Sucker Punch (lo ricordiamo tutti, vero?),
ritrovo piacevolmente in questo flm, un gusto per l’horror e per il thriller
classico, vecchia maniera, senza braccia e budella che volano e sangue che
schizza (insomma, ce ne siamo appena passato uno), senza tette e culi in ogni dove (nonostante sia un film “al
femminile”), ma con la tensione, la paranoia e l’angoscia di chi ti vuole
spaventare con la suspance e non con una motosega nella coscia.
Non è in contraddizione con quanto detto: non si vedono!!! |
Anche il
finale, che poteva essere scontato, non lo è affatto e giunge inaspettato
quanto basta. Infatti, alla fine... Aspè, ma questo film va visto!!!
I titoli
d’inizio, poi, sono veramente intriganti: le foto delle “cure” ottocentesche e
novecentesche che si adottavano nei manicomi che si infrangono insieme ai vetri
sulle quali sono proiettate.
Certo, non
stiamo parlando del Carpenter della Cosa,
o di 1997: Fuga da New York, ma la
garanzia di chi sa fare cinema non la perdiamo, e tra kolossal in 3D, effetti
speciali a secchiate, piccolo piccolo, timidino, sbuca il nostro tenerello John
con il suo piccolo film, alza la mano e chiede il permesso di farci vedere un
film vecchia maniera, ma ancora capace di sorprendere e coinvolgere.
Vieni, John, vieni alla lavagna! |
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