14 settembre 2013

La Casa (2013): ma quanto succo di pomodoro hanno usato? [Recensione]



Questo post riporta immagini molto violente, se siete personcine sensibili e delicate come boccioli di rosa a primavera (o minorenni: questa è una parata di culo legale) non guardate-entrate-leggete, non voglio essere io la causa dei vostri traumi. Quindi siete avvisati, eh, che poi non è mica colpa mia se fraintendete l'uso di un taglia balze, sia chiaro.
Dunque...
Quand’ero piccolo, i miei genitori, ogni volta che in un film c’era qualche scena con del sangue, tentavano di proteggere la mia giovane mente dicendomi: «non ti preoccupare, è succo di pomodoro». Ed io ci credevo! E pensavo sempre «ma quanto ne hanno usato?».
Beh… Possiamo dire che in questo film ne hanno usato veramente parecchio. Potrei scrivere la recensione più breve del mondo:

«Com’è il remake de “La Casa”?»

«Sangue!»

«Si, ma i personaggi?»

«Sanguinanti!»

«Ma il libro?»

«Sanguinante!»

«La motosega? Il bosco? Gli alberi?»

«Sangue! Sangue! Sangue!».

Fine.
Si, perché la cosa che si nota di più sono le inondazioni e i nubifragi di sangue, gettato a secchiate o con la pompa per innaffiare. Questo! Tutto il film si riduce a «Sangue!».

La trama è la stessa del primo film di Raimi con qualche strizzatina d’occhio pure al secondo capitolo della trilogia: cinque ragazzi vanno in un casuoppolo sperduto in mezzo a un bosco dimenticato da Dio e dagli uomini, trovano un libro malefico assai, per malsana curiosità risvegliano forze oscure e cattivissime e finiscono tutti trucidati o zombificati. Ci provano un pochino ad aggiungere qualche dettaglio così da rendere “ciovane” il film: il gruppetto va in questo posto isolato per far disintossicare l’antisociale del gruppo. Ovviamente le presenze demoniache che si risvegliano a chi vanno ad impossessare? Si, la tossica, così non la crede nessuno finché quella non comincia a vomitate litri di sangue con della roba dentro in faccia all’amica. 
Che poi, sta tizia ha una pompa idraulica al posto della trachea, ma vabbè...
Aggiungono pure la “presenza” di una tizia (uccisa tipo l’altro ieri) che come un fantasmino rompe le scatole alla tossica. Infatti… Chi ha visto l’originale sa che tutta la tragedia comincia perché una del gruppetto falling in love con un alberello… Bòn, qui invece… Si, ci sono  sti alberi dalla mano morta che la imprigionano, ma la possessione avviene con una specie di serpente-ramo nero e venoso che esce dalla bocca del fantasmino di cui sopra ed entra in quel luogo-magico-per-ogni-uomo della tossica. Beh, a parte il riferimento sessuale manco tanto nascosto, secondo me qui ci vorrebbe un’interpretazione di qualche d’uno del settore (psicologo!). 
Che ci credo che si ammattisce, insomma!
Vabbè, dopo sono varie possessioni e sanguinamenti (molti) a costruire la trama: ustioni di millesimo grado con acqua bollente della doccia (e che c@#*o di caldaia tengono), tagliabalze-taglialingua, capate sulla tazza del cesso, strappi di faccia con pezzi di specchio rotto, randellate con piede di porco, sparachiodi usata come arma da fuoco e fucile a pompa spappa arti.
Mi raccomando, non si usa così!!!
Come dicevo: «Sangue! Sangue! Sangue!».
Cambia il sopravvissuto. Scordiamoci il nostro caro e iconico Ash (in realtà non c’è neanche un personaggio con quel nome… Ma, infatti, non avrebbero potuto farlo): a sopravvivere e a lottare per la sua vita è… Rullo di tamburi… La tossica! Ebbene si. Il fratello uccide la fidanzata impossessata che si è tagliata un braccio con seghetto elettrico da cucina, aiuta l’amico biondo quando lo infilzano-accoltellano-sparano-randellano, seppellisce viva (secondo il rituale di esorcismo) la sorella tossica e poi la rianima con un defibrillatore fatto in casa con due siringhe e una batteria di macchina, e poi si sacrifica facendosi esplodere con tutta la casa. Cioè fa tutto lui e pure muore? E la sorella? 
Faccina simpatica
Se ne è stata li nella cantina mefitica tutta posseduta e, quando le passa, la prima cosa che fa è piangere. Ma ecco che il demone dei demoni cattivi rinasce dalla terra sotto una pioggia di sangue (letteralmente!!!) e vuole ucciderla. 
«I'm cutting in the rain, just cutting in the rain...»
Lotte ed inseguimenti vari in cui la protagonista rimane con una mano incastrata sotto una macchina e pensa bene di strapparsela via. Ma con tutto il moncherino non demorde e con una motosega spappola la faccia al demone cattivone. Questa scena è il climax sanguinolento di tutto il film: pioggia di sangue a catinelle mentre la motosega schizza altro sangue a fiotti. Praticamente la scena è solo rossa, anzi, rossa e nera (delle ombre). 
Mica esagero io quando scrivo!
E il film finisce così, la pioggia cessa e lei se ne a vagare nel bosco. “Lieto” fine? Eh, no! Il libro ancora intatto, ne graffiato o bruciato o bagnato si chiude, pronto ad essere aperto da qualche altro povero fesso.
Come al solito per gli americani, un remake horror inutile: solo una scusa per utilizzare una trama già assodata e farsi venire in mente nuove cose disgustose e violente. Si, ci sono vari riferimenti ammicca-ammicca-aumma-aumma alla trilogia originale, qualche scena, qualche dettaglio che te lo strappano un sorrisetto di intesa, ma nulla di più.
Ciò che ti rimane, alla fin fine è solo il SANGUE!!!


Ash!!! Ci sei mancato... Si lo so che fai un cammeo dopo i titoli di coda, ma mica basta eh!

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