23 febbraio 2013

La Leggenda Del Cacciatore di Vampiri: Quando fare film decenti è un optional [Recensione]



Poi non è vero che l’Italia è un paese di imbonitori. Per propinarci sta porcata di film, che hanno fatto? Hanno cambiato il titolo da Abraham Lincoln’s Vampire Hunter in La Leggenda del Cacciatore di Vampiri. Perché? Perché a noi italiani ma quanto ci può fregare che hanno preso un ex presidente degli Stati Uniti e lo hanno fatto un Van Helsing pezzotto? Nulla, allora hanno tralasciato la prima parte del titolo e ci hanno messo solo la seconda, che tanto, di sto periodo, i vampiri tirano sempre.
Appena letta la notizia che il film era in produzione, ho pensato: «e perché non George Washington contro gli alieni? Oppure Bill Clinton contro sua moglie?» tanto se si deve fare una schifezza, possiamo permetterci di tutto. Ok, io all’inizio ne pensavo pure bene. Credevo facessero un gioco ironico tra storia e fantastoria, ovviamente non è stato assolutamente così. Infatti, diciamocelo: ma che ca**o di film può essere?

Che c’azzecca Lincoln-padredeidiritticivili con i vampiri? E poi, non ho capito, i vampiri non hanno diritti civili e devo essere schiattati tutti? Ma l’America non è “terra della libertà”? Vabbè che più che uno slogan è una presa per il sedere, ma qui siamo in contraddizione. Certo, i vampiri di questo film non sono quelli tutto tenerezza e ormoni di Twilight, ma sono proprio cattivelli. Quindi… Giù a dar mazzate ai succhiasangue!
Il piccolo Abraham era già un piccolo attivista contro la schiavitù. E qual è la maniera più banale di rappresentarlo? Ovvio, era già amico di un bambino di colore! Il povero bimbo viene frustato da uno schiavista, Abe interviene, prende mazzate pure lui, allora interviene il padre e viene licenziato! Ora, lo schiavista-picchiabambini-datoredilavorodelpadre, visto che non bastava questo a farti dire «uh, com’è cattivo», è pure un vampiro! E che fa sto vampiro? Mozzica la mamma di Abe davanti i suoi occhi. Quella si ammala, gira gli occhi a 360 gradi e muore. Il traumatizzato Abe cresce, il papà schiatta pure lui, e nel frattempo matura il desiderio di vendetta. Arriva il fatidico giorno, Abe prova a uccidere il vampiro (ma non sa ancora che è un vampiro) e finisce zampe all’aria. Lo salva un misterioso-sivedelontanounmigliocheèunvampiro tizio che lo cura e gli insegna a tagliare querce secolari da un metro di diametro con un colpo solo di accetta. 
Poco male, se non dovesse riuscire quella cosa del presidente degli USA può sempre indossare una camicia a scacchi rossa e nera e andare di yodel in yodel a fare il boscaiolo. 
Passa il tempo e Abe se ne va a studiare giurisprudenza e nel frattempo, giusto per ingannare il tempo, mozza cape vampire a iosa. 
Ovviamente con salti acrobatici, e sennò mica era figo!
In questi primi 40 (!!!!!!!) minuti di film, buttati così un po’ per dovere, troviamo i vari slogan che hanno reso Abe demagogo e filantropo.
«Vuoi un caffè?» «si grazie, la libertà è un diritto»
«la schiavitù è intollerabile e mi faccia due etti di cotto tagliato fino fino, grazie».
Giusto per smerdare una figura fondamentale dei diritti civili e per sottolineare che è veramente lui il futuro ex presidente. Mah! Io avrei cercato di farlo dimenticare… Vabbè… Dalle nebbie del tempo ti chi sbuca? Il suo amico di colore che veniva frustato da piccolo. Non si vedono da millemila anni e che vuole? Un favore! Un documento falso, per giunta! Complimentoni! Manco il tempo di salutarlo e chiedergli un prestito (tanto, ormai) e pigliano mazzate finendo in prigione. Ed è questo il momento in cui maturano in Abe i semi della lotta sociale e dell’uguaglianza, e nel frattempo medita ancora vendetta. Ottimo curriculum Mr. President.
Ecco che finalmente trova l’assassino della madre e comincia uno scontro assurdo in mezzo a una mandria di cavalli psicotici che scorrazza per le campagne. 
Corse, zoccolate in faccia, cavalli addosso, ma i due non demordono. Ma manco i cavalli! Quelli continuano a correre indisturbati mentre i due gli zompano addosso, finche non si sgarrupano in crepaccio e Abe compie la sua vendetta. Ahhhh. Ma il cattivo, prima di spirare, sbiascica qualcosa su qualcuno che è ovviamente potentissimo e sgama il mentore di Abe.
Abe va dal mentore e lo becca a succhiare sangue da collo di uno. E ne rimane sconvolto! Ma perché? Non lo avevi capito? Occhiali da sole, riflessi veloci, pallido come un cadavere (appunto), grande forza, non ti hanno detto nulla? Pensavi fossero steroidi? Vabbè… Che poi… Perché i vampiri si muovo di giorno? Ma un vampiro vecchia maniera non si trova più? 
Comunque… Scopriamo che anche il mentore ha ovviamente perso qualcuno per colpa dei vampiri, ovviamente è stato trasformato e ovviamente medita vendetta. Abe molla il mentore e vaga pensieroso sotto la pioggia: ma quanto è drammatico, eh? Mai visto!
Lui si sposa, viene messo in guardia e rapiscono l’amico! I vampiri lo attirano in una trappola-ballo-cenaabasediumani e accettate, arti amputati, carrozze che slittano sul sangue e vari rallenty dopo, Abe salva l’amico e fila alla chetichella.
Scorsa veloce su qualche comizio politico, su Abe che appende l’accetta al chiodo e diventa presidente. 
«meno vampiri per tutti!»
Guerra civile, studio ovale, lui invecchia, e via fino ad un nuovo attacco dei vampiri. La vittima? Il figlioletto! Dramma e dolore inaspettati? Assai, che sorpresone! Scopriamo, dunque, che la guerra civile americana, non è scoppiata per difendere libertà e diritti, no, ma ti pare?. È stata in realtà portata avanti dai vampiri! Ma si, sputtaniamo la storia, la guerra e la tragedia, che ci frega! Gettysburg? In realtà è stata una mattanza perpetrata dai vampiri! Ma si!
Il nostro presidente ecco che c’ha il colpo di genio grazie ad una forchetta. L’illuminato statista decide di armare l’esercito con l’argento (!!!). Ma l’amico biondo e traditore è dietro l’angolo e il treno con Abe e le armi dirette al fronte viene assaltato dai vampiri. Ancora scontri, sangue e cape mozzate conditi con inseguimenti sul tetto del treno (novità assoluta in un film d’azione!!!!), il mentore che ritorna per aiutare e Abe sta quasi per schiattare! Colpo di scena del colpo di scena! L’amico biondo non è traditore, ma faceva tutto parte del piano-trappola. Esplosione finale e bum, vampiri morti! Eh, no! Il capo vampiro non è morto! Come uno del ghetto Abe si attorciglia la catenina d’argento dell’orologio attorno alle dita a mo di “pugno di ferro” e scomma il cattivone finale. 
Distruzione, fuoco, sacrificio del biondo, soldati armati di argento e qualche frase qualunquista buttata così e arriviamo a veder la moglie di Abe che abbraccia un fucile e uccide la vampira (ma guarda che coincidenza) che ha morso il figlio. Pistolotto finale di Abe e lui che se ne va a teatro.
Ora, sappiamo tutti quello che successe a teatro vero? Ma che?! Abe è un ninja dell’accetta e come se niente fosse arriva un tizio qualunque e gli spara alle spalle?
Praticamente questo non è un film, sono due messi insieme. Il primo su un cacciatore di vampiri, il secondo su Abraham Lincoln, ma che c’entrano queste due cose? Sono separate da un abisso! Infatti il film è assolutamente slegato, scene a sfizio, praticamente sembra che ci siano due protagonisti. Una noia mortale. Le scene al rallenty, messe giusto per fare figo, sono pallose a morte, una trama sconclusionata, clichè spaventosi messi in fila e slogan da frasi stile gruppi idioti di facebook messe ogni tre per due...
Quindi la domanda delle domane è… Perché? Perché hanno fatto un film del genere?

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