Spider-Man un nuovo universo è il film che i fan
dell’arrampicamuri e della Marvel hanno sempre desiderato. Anche se non lo
sapevano ancora.
La trama di Spider-Man un nuovo universo non è una novità
per i lettori di comics. Universi paralleli, versioni differenti di eroi,
insomma, ci hanno abboffato di sta roba per una vita!
E allora perché è così bello?
Nel senso… Tutto il passato e il presente del lettore di fumetti di Spider-Man
è condensato nel film: da semplici e fugaci citazioni, a palesi riferimenti, a
veri e propri “pezzi” narrativi utilizzati.
Tutto quello che abbiamo letto da piccoli, da quanto
stringevamo gelosamente quei due/tre fumetti dell’allora Uomo Ragno, fino alla
delapidazione del patrimonio per comprare tutta la serie di oggi, è li! Nel
film!
E quello che non c’è viene sopperito dal senso di stupore
genuino di quando ci siamo avvicinati al fumetto.
E questo è il motivo emotivo. Poi c’è altro.
C’è che è proprio un bel film: buon ritmo, straordinarie
scene d’azione, narrazione (si, lo abbiamo detto, forse abbastanza lineare)
coerente e senza buchi. Insomma, costruito con le controragnatele.
Ed è divertente, ma proprio il divertimento che te ne stai
lì e scoppi a ridere. Diamo atto che gli sceneggiatori del film sono i
birbantelli del duo dietro quel piccolo gioiellino di Lego Movie, e un po’,
pensiamo sia merito loro che il film sia frizzante, leggero, una cavalcata
divertente verso lo stupore Marvel.
Ma, ovviamente, non è solo risate e siparietti comici. Ci
sono momenti di dramma, di consapevolezza individuale, di scontro identitario.
Anche questi, tutti elementi che accomunano gli spidertizi di qualunque
universo. Su tutti il buon Miles Morales, che oltre ai superproblemi da
supereroi, ha anche la difficoltà di essere uno Spider-Man dopo lo SPIDER-MAN
per eccellezza… Insomma, già di suo parte in difficoltà.
Qualche tristo individuo (perché lo sarebbe per forza!)
potrebbe storcere il naso sul fatto che sia un film d’animazione (purtroppo,
esiste gente così, basta non frequentarla). Ma qui parliamo di un’animazione di
altissimo livello.
L’estetica metafumettistica da pagina stampata, l’ibrido 2D
e 3D del disegno, il chacarter design dei personaggi spigoloso, tutto concorre
ad un’immagine di grande raffinatezza visiva. Chiaramente la ricercata estetica
non è, forse, per tutti i palati, ma è uno dei punti di forza del film. Le
immagini coloratissime, vivacissime, esasperate riescono ad far entrare anche
il più rompipalle degli spettatori in questa New York piena di ragnatele.
Forse il limite, che poi tanto limite non è perché si
accompagna a un “chissenefrega” è che non è per tutte le età. Nel senso che un
bambino piccolo che ama Spider-Man non potrebbe cogliere e vivere (ovviamente)
tutta la gioia incontenibile di chi ha trent’anni e ha ancora un bimbo
interiore che sogna per Natale gli spara-ragnatele (che Babbo Natale, il
maledetto, non gli ha mai portato).
La Marvel, dunque, colpisce ancora. E lo fa perché riesce
sempre a utilizzare a piacimento personaggi, run fumettistiche, elementi dai
più (è il caso di dirlo) universi a disposizione senza mai tradire le sue
creature, riuscendole ad adattare a pubblici diversi, spettatori diversi, fan
di tutto il mondo.
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