Serpenti Ciechi, scritto da Felipe Hernandez Cava e
disegnato da Bartolomé Seguì, è di complessa targetizzazione. Non è
propriamente un noir, non è un fumetto storico. Non è solamente drammatico e
non marcatamente d’azione. Ma Serpenti Ciechi è tutto questo.
Ben Koch è l’uomo ricercato dal misterioso Uomo Rosso. Ma a
sua volta, Ben è alla ricerca di un suo vecchio “compagno d’armi”, Curtis. Le
ragioni e le motivazioni dei personaggi si disvelano lungo tre trame parallele
e articolate che arriveranno a ricongiungersi nel finale.
Il palese registro da noir è evidente non sono nella trama,
ma anche nella costruzione delle tavole. Il primo capitolo, di sette, ne è un
magistrale esempio. Il lettore segue incuriosito questa figura dal completo
rosso, senza distinguerne il volto, ombreggiato dal borsalino.
La costruzione narrativa di Serpenti Ciechi è impostata
sulla voce fuoricampo dell’Uomo Rosso, colonna portante del racconto, ma non
protagonista. L’Uomo Rosso, così come la Guerra Civile Spagnola, sono lo sfondo
della storia. Di due microstorie che si scoprono legate. Il lettore si trova ad
ipotizzare i legami tra i personaggi e con l’evento storico. Come in un giallo,
la risoluzione finale riprende il bandolo della matassa.
Il disegno di Seguì ha una grande potenza figurativa. A metà
tra il caricaturale e l’evocativo, riesce non solo ad inquadrare il setting del
racconto, ma anche la cupezza degli eventi. Le figure di Seguì sono figure
malinconiche, segnate nel volto e nel corpo da cicatrici fisiche ed emotive.
Il torbido del noir e il dramma della Storia si incontrano
per un affresco intenso e coinvolgente. Serpenti Ciechi ha, non a caso ha fatto
vincere al suo disegnatore nel 2009 il Premio Nacional del Cómic.
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