Dottor Strange (o Doctor Strange, o Stehen Strange, o Stephen Vincent
Strange, o Stregomne Supremo, fate un po’ voi…) viene partorito dalla mente di
Steve Ditko, evidentemente strafatto di LSD, ben 53 anni fa, sull’albo a
fumetti Strange Tales n°10 (un caso?
Noi di Viaggio Per Nerdopolis crediamo di no!) del luglio 1963. Chiariamo
subito un punto: Ditko è sempre stato contrarissimo alle droghe e non pensava
che il suo personaggio allucinogeno potesse richiamare al mondo de «ehi, bella fratello, qui è tutto un flusso
di coscienza» finchè non glielo fece notare il suo supervisore Ralph
Macchio e lui ci rimase di Krakkan.
Comunque… Sembra che il nostro Steve si sia ispirato ad un programma
radiofonico di cui era appassionato in età ancora tenerella, Chandu The Magician, ma bisogna dire che
tutta l’atmosferma del Doc poggia sulla controcultura dei primi anni sessanta:
Ok, questo è film con Bela Lugosi, ma immaginatelo alla radio! |
un
po’ hippy, un po’ bohemien, dalle preferenze sessuali (almeno all’inizio) non
proprio chiarissime, ma soprattutto per l’idea di una vita dedicata di più ai
valori spirituali e non materiali. Insomma, parliamo sempre di un “supereroe”
senza muscoli, magrolino, che in una scazzottata è il primo che finisce Cappa
Levitazionale all’aria. E parliamo di un eroe la cui infanzia è un po’ un bel
“chissenefrega” perché la dinamica che porta alla sua nascita è destinata alla
sua età adulta, più che adulta!
Ma è proprio qui il fascino del personaggio: niente Spider-Man
superforte e che si impizzica alle pareti, niente Cosa bestione-scassa-tutto,
manco scienziati intelligentissimi con
il potere di allungarsi a piacere… No! Un Dottore, raffinato, elegante (si,
vabbè, quando è in “missione” ha un vestitino un po’ così… Ma vabbè!),
pantofolaio, che ha un Sancta Sanctorum e una libreria… Con tutto l’affetto ma
non ce lo vedo Hulk con un libro in mano esclamare «Hulk spacca Noumeno!».
Quindi un personaggio che in casa Marvel fa quello che in casa Marvel
non erano abituati a fare e si mette a fare quella “controcultura” che
dicevamo, ma in casa propria.
Strange è il mago più potente della Terra e prende il suo potere dalla
trinità mistica dei Vishanti: infatti, dividere sti poteri in quattro crea
qualche casino al dottore, basti vedere il ciclo di Len Kaminski e Geof
Isherwood del 1992-1993.
Piega la realtà, la materia, ipnotizza gente, può
spostarsi tra dimensioni parallele, generare illusioni e, cosa fichissima, può
proiettare in giro la sua Forma Strale (utilissima per spiare le donnine sotto
la doccia, il Doc Zozzone…). Insomma, è forse uno dei più potenti eroi
dell’universo Marvel.
Ma anche lui, come tutti gli eroi, ha avuto un passato doloroso, o
almeno, un qualche cosa che gli ha aprto gli occhi: Stephen era un grandissimo
neurochirurgo, parecchio stronzo e con la puzza sotto il naso, alla ricerca di
millemila miliardi di soldi, che se ne fregava altamente di tutto ciò che
andava oltre il suo pizzetto. Sfiga vuole (qualcuno la chiamerebbe “ legge del
contrappasso”) che fa un brutto (ma brutto) incidente con la macchina e, zack,
mani distrutte, incapaci pure di pelarsi una mela, figurati di operare il
cervello di qualcuno.
Disperato, affranto, costretto a farsi aiutare per
tagliare una fettina di carne, gira in giro girando per il mondo alla ricerca
di qualcun che possa guarire le sue manine. Diverse porte sbattute in faccia
arriva dall’Antico, in qual di Lang Kah, su uno dei tanti pizzi sperduti del
Tibet. E li apre gli occhi, tutti e tre (cit. Strange: Principio e Fine di Straczynski e Barnes, del 2005),
apprende le arti mistiche, combatte contro il Barone Mordo, Dormammu, si
invaghisce di Clea (la ragazza della porta accanto della Dimensione Oscura), e
diventa Stregone Supremo!
L'Antico con la sua faccia tenerella |
Con il suo bel medaglione appeso al collo, L’Occhio di Agamotto (da allora conosciuto come “Agamotto l’orbo”…
Ok, scusate, pessima!), è la prima linea nella guerra contro le forze oscure
che minacciano la terra, senza di lui, eravamo diventati tutti Senza Mente di
Dormammu! Quindi, ringraziamolo, e che…
Appartiene o è appartenuto a diversi gruppi.
Ricordiamo innanzitutto i
Difensori, in cui faceva squadra con
Hulk, Namor e Silver Surfer (si, ok, diciamo che come abbinamento è un po’,
ehm, bòn!), ma è stato anche membro dei bad boys oscuri conosciuti come Figli della Mezzanotte accanto a Ghost
Rider, Blaze e Morbius. Durante Civil War
si è schierato con gli anti-filogovernativi (e non ci stupisce) facendo
utilizzare il suo Sancta Sanctorum come base segreta.
E, ultimo, ma
assolutamente non ultimo, fa parte degli Illuminati
il super gruppo super segreto di super tizi super intelligenti insieme a Tony
Stark, Professor X, Reed Richards, Freccia Nera e Namor che tante cose belle
hanno fatto, tra le quali sparare Hulk con un razzo e farlo incazzare così
tanto che al suo ritorno ha scatenato la World
War Hulk e hanno annientato una terra parallela. Le grandi menti…
Il suo migliore amico, coinquilino, protettore, maggiordomo,
Alfred-di-Batman, è il tenerello Wong che, tra una tazza di te e biscottini
della fortuna, conosce le arti marziali e, alla bisogna, lancia pure qualche
incantesimo.
Ma basta parlare del Dottor Strange e dedichiamoci al Dottor Strange
con qualche lettura.
Ovviamente il primo consiglio è Strange
Tales 110 perché, nelle sue, un po’ ingenue, sole 5 tavole, getta il seme
di uno dei più affascinati personaggi Marvel.
Mi tocca citare anche Strange
Tales 115 perché è il racconto delle origini. Esatto, no, il primo numero
non ci racconta come il Dottor Strange sia diventato Stregone Supremo, dobbiamo
aspettare ben 4 numeri. Ed è interessante perché può essere preso come
prototipo di quello che era un racconto a fumetti negli anni 60: le
sceneggiature dei fumetti Marvel dell’epoca erano molto “verbosi”, la parola
era dialogo ma anche, spesso, descrizione; certo, in dieci tavole, eri quasi
costretto, ma certo, tu lettore, ti trovavi balloon enormi e didascalie
gigantesche fitte di testo. E la difficoltà di Dottor Strange era quella
di descrivere la magia, l’onirico, il
surreale, piani astrali e flussi di coscienza, portando il disegno a dover
completare solo alcuni di questi elementi, non avendo molta libertà espressiva,
confinato nella gabbia della tavola. Il risultato segna comunque una
fondamentale immissione nel mondo della magia della Marvel.
Parlando di origini, non si può evitare di parlare di due storie: la
prima è Dottor Strange: Season One
(2013) di Greg Park ed Emma Rios e la
seconda è Strange: principio e fine
(2005) di J.Michael Straczynsky e Brandon Peterson.
Season One è un vero e
proprio remake di quel Strange Tales
di cui sopra, ma non di quei remake tipo Atto di Forza, ma di quei remake che
non ti fanno pentire di averlo visto, anzi, di danno una diversa prospettiva
della storia che credevi di conoscere. Personalmente ho apprezzato molto il “progetto”
Season One: alcune graphic novel son state davvero delle grandi letture (Hulk e Iron Man, chi l’avrebbe detto…).
Il Doc qui ha una marcia in più:
narrando con grande fedeltà le origini di Strange, gli autori si sono trovati
davanti la necessaria, semplice e vincente scelta di portare cinquant’anni
avanti la storia, senza stravolgere nulla, adattando la narrazione allo stile
narrativo di oggi. L’esempio più palese è quando si svela il tradimento del
Barone Mordo: stesso contenuto, ma il linguaggio è ovviamente mutato - magari
verso uno più cinematografico - complice l’occhio dello spettatore, ormai abituato
ad articolazioni grafiche più complesse.
Strange: principio e fine
più che un remake è un rebooth, insomma, da Straczynsky ci aspettavamo qual
cosina in più. Rinarriamo le origini dello Stregone declinando mooooolto sull’action
e il fantasy orrorifico. Si scelta azzardata che, da fan del Dottore, un po’ fa
storcere le Irsute schiere di Hoggot,
ma un pochino lo salviamo: l’inizio, indubbiamente, ti apre un dietro le quinte
interessante, quando vediamo Stephen, ancora studentello pieno di buoni
propositi, in Tibet ad aiutare le persone, giuramento di Ippocrate, Medici senza
Frontietere, ecc.; poi si sa, donne, soldi, successo, e niente, ti dimentichi
delle promesse, dei principi, poi fai un incidente con gli sci (eh già), ti
spedi pure fino all’ultimo centesimo e diventi Stregone Supremo. Infatti il
personaggio è trattato con grande complessità: l’arroganza del Dottor prima
diventare Stregone, lo scetticismo di Strange, l’ossessione di far guarire le
sue mani e la “punizione” per avere poi la “redenzione”, sono narrate con grande
maestria. Poi, si certo, parliamo di cambiamenti che ti fanno salire la noia, ma
non possiamo avere tutto no?!?
E, infine, un commentino alla nuovissima serie, perché ci dedicheremo
un post tutto suo: funziona! Funziona il Dottore più scapestrato e combattivo
(fisicamente, intendo), geniale la visione con il “terzo occhio”, insomma, visto
che da qualche anno mancava una serie regolare, non potevamo chiedere di
meglio.
Chiudiamo qui il post sperando che Raggadorr
a fine ottobre non faccia calare su di noi l’Ascia di Angarruumus con l’attesissimo film sul Dottore Strano. Chi
i Vishanti siano con tutti noi…
Dai... C'è sempre Benedict Chumbercoso |
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