Precisiamo però che l’invocazione al divino non è per meravigliata
stupefazione di cotanta pellicola cinematografica, quanto più sommesso sconvolgimento
di putridume cinematografico. In due parole: una schifezza!
E cacchio si! E va bene che già dal trailer l’odore di fogna si
sentiva, però non si giudica mai una copertina dal libro o un trailer dal film
(o, forse è il contrario?) e quindi ce lo siamo sciroppato per le sue due belle
orette! Ora, con ogni cognizione di causa, possiamo dire che…
… Alex Proyas si è bevuto quel poco di cervello che gli era rimasto!
Mentre guardi il film stai li, seduto, a reggerti la testa e ripeti: «che peccato», «mannaggia», «se solo…».
Perché, se fossi stato uno studioso dell’Egitto antico, forse forse,
lo perdonavi pure, con la strizzatina d’occhio a Osiride, il Bue Api (che
sembra un Jar Jar Bink passato in palestra), il Dio Ra che ha una cifosi che se
lo sta portando via. Ma niente, noi comuni mortali abbiamo sempre pensato che l’Egitto
fossero piramidi, mummie e tizi che camminano di lato. Mai a pensare, invece,
che gli dei si trasformassero in Iron Man con le cape da animale, navigassero
su navicelle spaziali e si comportassero come americani ad una partita di
football.
Ma che ne possiamo sapere noi… Meno male che Alex Proyas e quegli strafattoni della produzione hanno fatto sto film.
Ma che ne possiamo sapere noi… Meno male che Alex Proyas e quegli strafattoni della produzione hanno fatto sto film.
Tralasciamo la trama banale e prevedibile che, tra un micro sonno e l’altro
che ti fai mentre lo vedi, lo sceneggiatore ti chiama e ti dice: «Toh! Guarda mo che succede, non te lo
aspetteresti mai!» e tu, invece, l’unica cosa che non ti aspetti è il tonfo
che fa il tuo scroto quando tocca il suolo.
Ma la sceneggiatura… Ohmiodiolasceneggiatura… I dialoghi imbarazzanti spaziano
dallo spessore di «Non sei nato per fare
il re!» a consigli per la caccia come «ogni
volta che un uccello plana sulla mia barca lo uccido prima che faccia i suoi
bisogni» detto dal re degli Dei, e sono scritti cercando di mettere tutte
le banalità possibili in meno frasi possibili: «ere sono trascorse da quando
gli dei camminavano tra noi»… Ma quante volte l’abbiamo sentita?
E siccome non potevamo più fare filmetti da quattro dracme su gli dei
dell'Olimpo, stile Percy Jackson (i
miei occhi!!! I miei occhi!!!), ci siamo spostati in Egitto che, giustamente,
tra la Mummia e il Re Scoprione era un po’ che non veniva
storpiato (X-Tizi VS Anziano non lo contiamo).
Tralasciando la scelta degli attori, egiziani quanto una forma di parmigiano reggiano...
Manco gli effetti speciali
salvano il film in calcio d’angolo: una profusione di digitale che ti fan quasi
male gli occhi, fatto male con le cose incollate a caso e scene prese paro paro
da un videogioco fatto male con coreografie lente che, più che mazzate,
sembrano affettuose pacche amichevoli.
Tranne, frose, il Dio vestito da pannocchia di mais |
Insomma… Che cacchio ho
visto!!! E l’ultimo «mannaggia»
finale è destinato a te stesso per aver perso il tempo in questa maniera
indecorosa.
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