Frank Miller è, volente o nolente, uno dei più mega grandissimissimi
autori del panorama del fumetto. C’è chi lo adora, chi non lo sopporta, chi non
o capisce e chi, invece, ci va sempre con le pinze quando apre un suo volume.
Per pinze, però, non intendo quelle da “collezionista”, strumento fondamentale
per non aprire con le nostre manine acide un preziosissimo albo, ma quelle
“pinze” metaforiche con cui ti avvicini all’albo, circospetto come un gatto
pronto ad attaccare. Io sono passato dall’amore totale alle pinze!
E con DKIII che sarà successo?
Quindi con il ritorno di Miller al pipistrelluto supereroe il terrore
sacro era enorme e ci son andato cauto.
Nessuno spoiler da parte mia, ma sarebbe prematuro, dato che per mo in
Italia è arrivato solo il primo numero.
Allora… Gli ingredienti dei primi due capitoli ci son tutti: stile
cinematografico, i media televisivi che son veri e propri personaggi, brutalità
e violenza… Insomma, Miller riprende i temi e le estetiche fondamentali che
hanno fatto del primo capitolo un capolavoro del fumetto mondiale e del
secondo, beh, una ripetizione un po’ vuota di DK.
Abituati al tratto di Miller, un po’ dispiace non assistere ai suoi
disegni, e DKIII sembra quasi non essere “personale” come i primi due. E,
forse, questo non è proprio un male. I disegni di Adam Kubert sono
assolutamente magnifici (anche se si vede il tentativo di adattarsi allo stile di Miller è palese e non so quanto sia giusto) e il controllo della storia, con lo zampino di Brian
Azzarello, ti suggerisce sviluppi molto interessanti.
E qui un punto forte di questo primo numero: se DK era un affresco delle
turbe sociali degli anni ’80, DKII di quelle degli anni ’90-2000,
il desiderio, esaudito, era quello di vedere quelle dei nostri giorni.
Sembra
che questi ingredienti già siano stati messi nel forno: internet, sembra essere
(poi, bòn, potrò pure sbagliarmi) il medium che stavolta Miller utilizza come espressione
della pluralità (più vasta) di informazioni, non più solo contaminate o
distorte che vengono dall’alto ma anche quelle ingenue, gangsta e ciòvani che
rivelano, proprio perché “dal basso”, il ritorno del pipistrelluto supereroe.
Piccola digressione sulla piccola run collegata a DKIII e dedicata ad Atom:
scritta e disegnata (questa si) da Miller, è un vero e proprio spin-off parallelo
alla storia principale. E, beh, non è affatto male! Una cosa positiva è che si
vede la mano di Miller nelle figure, nel layout e nella composizione generale…
Una cosa negativa è che si vede la mano di Miller!
Nel senso che son diversi
anni che il caro Frank si è lasciato andare ad una grande deformazione delle
figure (e la tanto criticata – in maniera immotivata, è una copertina, ci sta
il fare quel che si vuole – di Superman) e se questa cosa va bene per, che ne
so, Terrore
Sacro, per i supereroi DC, invece, disturba un pochino, perché sembra
una graficizzazione un po’ fine a se stessa.
Per tirare un po’ le fila… Siamo assolutamente ancora all’inizio ma
questo nuovo capitolo della trilogia batmanosa di Miller sembra essersi già
avviata sulla scia dei precedenti capitoli. L’unica cosa è aspettare e
continuare a leggere, anche se, dopo il finale del primo capitolo, ancora non
riesci a capire dove voglia andare a parare… Ma si prospetta moooolto
intrigante!
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