7 maggio 2016

Il Cavaliere Oscuro Razza Suprema - Il ritorno di Miller che colpisce ancora [Recensione]

Frank Miller è, volente o nolente, uno dei più mega grandissimissimi autori del panorama del fumetto. C’è chi lo adora, chi non lo sopporta, chi non o capisce e chi, invece, ci va sempre con le pinze quando apre un suo volume. Per pinze, però, non intendo quelle da “collezionista”, strumento fondamentale per non aprire con le nostre manine acide un preziosissimo albo, ma quelle “pinze” metaforiche con cui ti avvicini all’albo, circospetto come un gatto pronto ad attaccare. Io sono passato dall’amore totale alle pinze!
E con DKIII che sarà successo?
Dobbiamo ammettercelo, e con molto dolore, che il caro Frank, ultimamente, beh, stia, diciamo, “zoppicando”… Se da un lato ha creato capolavori assoluti e immortali come Il ritorno del Cavaliere Oscuro, 300, Ronin, Sin City, Batman All Star, dall’altro ci siam sciroppati pipponi assurdi come Sacro Terrore e, lo ammetto con dolore, Il Cavaliere Oscuro colpisce ancora. Si, meh, ammettiamolo che come sequel, insomma, il primo… e che…
Quindi con il ritorno di Miller al pipistrelluto supereroe il terrore sacro era enorme e ci son andato cauto.
Nessuno spoiler da parte mia, ma sarebbe prematuro, dato che per mo in Italia è arrivato solo il primo numero.
Allora… Gli ingredienti dei primi due capitoli ci son tutti: stile cinematografico, i media televisivi che son veri e propri personaggi, brutalità e violenza… Insomma, Miller riprende i temi e le estetiche fondamentali che hanno fatto del primo capitolo un capolavoro del fumetto mondiale e del secondo, beh, una ripetizione un po’ vuota di DK.
Abituati al tratto di Miller, un po’ dispiace non assistere ai suoi disegni, e DKIII sembra quasi non essere “personale” come i primi due. E, forse, questo non è proprio un male. I disegni di Adam Kubert sono assolutamente magnifici (anche se si vede il tentativo di adattarsi allo stile di Miller è palese e non so quanto sia giusto) e il controllo della storia, con lo zampino di Brian Azzarello, ti suggerisce sviluppi molto interessanti.
E qui un punto forte di questo primo numero: se DK era un affresco delle turbe sociali degli anni ’80, DKII di quelle degli anni ’90-2000, il desiderio, esaudito, era quello di vedere quelle dei nostri giorni.
Sembra che questi ingredienti già siano stati messi nel forno: internet, sembra essere (poi, bòn, potrò pure sbagliarmi) il medium che stavolta Miller utilizza come espressione della pluralità (più vasta) di informazioni, non più solo contaminate o distorte che vengono dall’alto ma anche quelle ingenue, gangsta e ciòvani che rivelano, proprio perché “dal basso”, il ritorno del pipistrelluto supereroe.
Piccola digressione sulla piccola run collegata a DKIII e dedicata ad Atom: scritta e disegnata (questa si) da Miller, è un vero e proprio spin-off parallelo alla storia principale. E, beh, non è affatto male! Una cosa positiva è che si vede la mano di Miller nelle figure, nel layout e nella composizione generale… Una cosa negativa è che si vede la mano di Miller!
Nel senso che son diversi anni che il caro Frank si è lasciato andare ad una grande deformazione delle figure (e la tanto criticata – in maniera immotivata, è una copertina, ci sta il fare quel che si vuole – di Superman) e se questa cosa va bene per, che ne so, Terrore Sacro, per i supereroi DC, invece, disturba un pochino, perché sembra una graficizzazione un po’ fine a se stessa.
Per tirare un po’ le fila… Siamo assolutamente ancora all’inizio ma questo nuovo capitolo della trilogia batmanosa di Miller sembra essersi già avviata sulla scia dei precedenti capitoli. L’unica cosa è aspettare e continuare a leggere, anche se, dopo il finale del primo capitolo, ancora non riesci a capire dove voglia andare a parare… Ma si prospetta moooolto intrigante!

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