Almeno una
volta nella vita qualcuno si è scordato qualche cosa dove alloggiava in
vacanza, e mentre se ne tornava mogio mogio, è stato colto da colpo apoplettico
e si è ricordato quando ormai era troppo tardi. Tornando indietro a volte,
quella cosa, la si è ritrovata, altre volte no. Guardando questa miniserie ho
capito che quando non trovi più l’oggetto dimenticato, ti devi considerare
estremamente fortunato.
Visto che la
serie è incentrata sul misterione misterioso, non voglio spoilerare nulla,
quindi cerco solo di dare delle coordinate per permettere a tutti di vedere
questa gradevole miniserie.
Andiamo ad indagare… Ma quella non è una stanza come tutte le altre, entrandovi e chiudendo la porta, il Nostro scopre che, scegliendo un luogo, la stanza conduce esattamente dove aveva pensato. Un passepartout infinito in ogni, luogo, in ogni dove. Bella fortuna si penserebbe. Ma ovviamente la sfiga è dietro l’angolo, la figlia-maichesifacesseifattisuoi entra nella stanza senza la chiave e sparisce chissà dove. Infatti, dopo che la porta viene chiusa, la stanza si “resetta”, facilitando, dunque, le pulizie, ma perdendo ogni cosa che rimane dentro. Detective alla ricerca della figlia perduta. Se non bastasse il fatto di dover cercare la Dorothy di turno in una specie di limbo indefinito, a creare un problemino scopriamo che il Nostro non è il solo a sapere dell’esistenza della stanza, ma, tra vari tizi e congreghe religiose di matti, la concorrenza è alta e spietata.
Non solo: è vero che la
stanza è vuota, ma è sempre stata così? No. Era piena di oggetti. Una volta
fuori dalla stanza, l’oggetto in questione, ha un potere: la penna a sfera di carbonizza all’istante
(ottima quando devi fare la grigliata con gli amici), il pettine ferma
momentaneamente il tempo (utile per sbirciare le donnine nude, aspè, lo usano
così!!!) l’orologio, invece, cucina solo le uova (ed è il nemico giurato delle
galline), la moneta materializza un ricordo davanti ai tuoi occhi (per quando
vuoi rivivere l’avventura di una notte con quella tua amica modella di intimo
ninfomane). Insomma, ogni oggetto ha un potere più o meno utile. Ma come farà
il caro Detective ha ritrovare la mocciosa scomparsa?
Non voglio
andare oltre perché dovrei raccontarvi tutti i fatterelli e sarebbe un peccato
perché, nonostante le quattro lire di budget, gli attori espressivi come palo
della luce e qualche forzatura della trama, tutto sommato è piacevole ed
intrigante. Diciamo che è un Lost ma
con le soddisfazioni finali e senza misticismi vari tirati per i capelli di
John Locke. Ma non è pelato? Appunto! Per carità non è così complesso e
articolato, ma visto la fine che ha fatto Lost,
meglio così.
La trama è
quindi intrigante, ti vien voglia di seguirla, di scoprire di più sugli
oggetti, come ci sono arrivati e che diamine è successo. Alcune sette religiose
pensano che (nientepopòdimenoche) in quella stanza si morto Dio. Anche se non
capisco perché il Creatore dovesse avere, tra i propri effetti personali, un
biglietto di autobus, ma chi sono io per avere certi dubbi.
Quindi qualche
raffazzonamento e qualche forzatura non impediscono di seguire la vicenda e
farti fare un sacco di domande: riuscirà il Nostro a ritrovare la mocciosa?
C’era qualcuno nella stanza quando fu creata? Era Dio o solo un povero fesso
sfigato nel posto sbagliato al momento sbagliato? C’è un oggetto che ti fa
dimagrire? Alle risposte inutili zero risposte, ma quelle ai fini della trama,
invece, ti soddisfano. Forse una seconda miniserie potrebbe aiutare ad ampliare
questo mondo, ma visto che solo io, la Psicologa e, forse, qualcuno della
troupe (manco tutti) se l’è vista, dubito. Peccato però, il potenziale c’è
tutto.
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