Già lo so che oggi usciranno tutte le recensioni italianiche su Inside Out, tutti lo eleggeranno a
capolavoro, tutti ne osanneranno l’ironia, tutti ne magnificheranno l’intelligenza,
ed io… Ed io farò lo stesso!
Non puoi non amare questo straordinario capolavoro cinematografico,
non puoi, a meno che tu non sia arido dentro e ti scorra sabbia nelle vene, non
puoi. O forse si? Ingegnere…
Ok, a parte l’Ingegnere, che per deformazione professionale deve
essere asettico e procedurale, tutti ameranno questo film!
I personaggi principali sono le cinque emozioni principali (Gioia,
Tristezza, Ansia, Disgusto e Rabbia) e son loro a portarti all’interno della
mente di una bambina di 11 anni, ti ci trascinano dentro fin dal primo secondo
e, senza che te ne accorga, lasciano che tu ti abbandoni tra le loro emotive
braccia.
La grandezza del film è quella di essere riusciti a coniugare
un’avventura emozionante e divertente, ad una ricchezza e ad una raffinata complessità
che raramente si ritrova nel panorama filmico contemporaneo.
Il film gioca tutto sul concetto di emozioni (ma và!!!) e su come noi
le gestiamo (o, in realtà, ci lasciamo gestire), su come affrontiamo quelle
contrastanti, o su come ci lasciamo dominare da alcune, ma soprattutto, su come
tutte concorrano a creare la straordinaria complessità dell’animo umano.
Per quanto tra gli avventori (molti) del cinema ci fossero bambini più
piccoli della protagonista, bisogna dire che questo non è un film che i bambini
possano apprezzare nella sua complessità. Certo, momenti di grasse risate ce ne
sono a bizzeffe (il sottoscritto Viaggiatore con l’ultima scena ha pianto dalle
risate, sul serio, giurin giurello), ma solo un adulto e qualche adolescente
non bimbominkioso se lo gode davvero in tutta la sua ricchezza.
Per ragioni che non voglio spiegare, Gioia e Tristezza sono costrette
ad un viaggio nella mente, oltre il quartier generale dove si diramano, poi,
tutti i ricordi, trovandosi ad esplorare zone come il subconscio, la parte
dedicata alla fantasia o al pensiero, la memoria a lungo termine, persino la
zona liminale in cui il pensiero razionale gradualmente si elimina (in un gioco
visivo che già di per sé è un capolavoro nel capolavoro) a favore di soluzioni
visive che a Picasso sarebbero piaciute un sacchissimo.
Questo è un film sulla crescita, sul drammatico e commovente incontro
con il mondo adulto e più difficile di quello del bambino, sui ricordi perduti
che, forse, sarebbe meglio non perdere, sul perché un maledetto motivetto ti
entra in testa quando meno sarebbe opportuno, sulla genuinità che andrebbe
recuperata e sulla serenità raggiunta quando tutte le tue emozioni riescono ad
essere in sintonia tra loro ma con quella punta agrodolce che accompagna tutti
i ricordi felici.
E questo è tutto... Vabbè, ma se ripeto ancora una volta la parola “emozione” prima mi
disgusto di me stesso, poi mi incazzo e scasso il computer, perciò mi metterò a
piangere e mi verrà l’ansia perché con che cacchio scrivo, ma alla fine proverò
tanta gioia perché in realtà il pc non si è davvero rotto.
Emozione!
Aaaarrrghhhh!
Eh bè,
RispondiEliminail film è caruccio...condivido pienamente le cose che hai scritto.
Non sono un esperto ma la soggettività della ragazzina mi ha indotto a pensare che questo film sia rivolto essenzialmente ad adolescenti... mi sarebbe piaciuto vederlo a suo tempo ;)
Diciamo che...avrei scelto di vedere i Fantastici 4 XD
Arido di un Ingegnere... Certo, certo, proprio i Fantastici 4, eh beh, filmone! http://viaggiopernerdopolis.blogspot.it/2016/02/fantastic-4-scarica-barile-recensione.html
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