18 ottobre 2014

Orfani – Ringo 1: prepariamoci ad un nuovo avvincente drammone [Recensione]


Sul primo numero di Orfani mi son già espresso giusto un anno fa. Quello che è successo in questo anno è stato di aver letto una grandissima serie. Ma davvero. Il che, visto l’inizio della stessa, mi ha stupito non poco. Orfani era partito un po’ moscio, stereotipato, anche prevedibile, tecnicamente e graficamente di altissimo livello, così come la sceneggiatura evocativa, ma una trama, alla fin fine, molto semplice. Questo per, si e no, i primi tre numeri, poi, la svolta! Ma non svolta nel senso che è improvvisamente migliorato. No, la “svolta” nel senso che quella premessa banalotta era funzionale al lungo, complesso e assolutamente imprevedibile capovolgimento della struttura: una corsa a perdifiato che ti spiazza ad ogni numero e che ti lascia assolutamente a bocca aperta. Così come la struttura narrativa passato/presente alternato, diventa lo strumento di Recchioni per rivelare e legare a filo doppio l’intera struttura dei dodici numeri della prima serie.

E quindi, eccoci, finalmente, e soddisfatti, all’inizio della seconda stagione.
Per chi non ha ancora (e fatelo subito!!!) la prima stagione, non voglio spoilerare nulla, tranne l’ovvio (insomma, campeggia in copertino e da il titolo): il protagonista della nuova serie, Ringo. È in parte uno spoiler perché ciò che è accaduto nei precedenti albi, nonostante la conoscenza di questa informazione, è assolutamente imprevedibile… E funzionale alla nuova trama appena cominciata.

Partenza molto forte: Ringo, dopo aver abbracciato la rivoluzione, dopo circa vent’anni, ha abbandonato i suoi propositi poiché ha visto il suo “sogno” svanire sotto il potere della nuova (ma sempre vecchia) ex-dottoressa-ora-presidente Juric. Se ne sta li, su un isolotto partenopeo a fare il caffè con la moka (meno male) e a non lavarsi quella fascia rossa che ha in fronte (che se potesse parlare…) quando una sua ex arriva e gli sgancia una bomba: «tuo figlio, che non sapevi di avere, è stato catturato dall’esercito ed è condannato ad un’esecuzione pubblica. Sta in un gruppetto di tre, ma mica ti dico chi è, che sennò, non li salvi tutti».
La barba aggiunge un tocco di ficaggine in più
E che ti farà il bastonato Pistolero Ringo? Dai, è un eroe… Che potrà mai fare…

Una Napoli degradata e piena di rifiuti (ma qui la colpa è di un apocalisse) fa da sfondo a una storia d’azione che riesce a bilanciare il nuovo con il vecchio, perché, se è pur vero che «scurdammoce ‘o passato, simmo ‘e napule, paisà», è altrettanto vero che, pure se te lo dimentichi, il passato sa come tornare a tormentarti… Solo che qui lo fa cercando di affettare a sangue il nostro protagonista.

Eppure... Una faccia conosciuta ce l'ha!
E qui, sinceramente, sta un punto di forza di questa nuova serie: se la prima pescava nella fantascienza spaziale, la seconda invece in quella post-apocalittica. E il passaggio tra questi due sottogeneri, funziona e continua con coerenza la storia precedente. E, poi, c’è un’altra cosa. Sarà che in ognuno di noi (a chi più, a chi meno) albergo uno spiritello patriottico… Ma finalmente abbiamo una serie “seria” ambientata nella nostra bella penisola.
Insomma, si, New York sarà pure la città di millemila supereroi, e Gotham City si troverà pure negli USA, ma, andiamo, anche Napoli con le sue meraviglie e le sue contraddizioni, ha finalmente trovato un piccolo spazio nell’affresco di una grande storia. Adesso toccherà alle prossime città italiane, e, non vedo l’ora di vedere in che condizioni saranno nell’allegrissimo futuro post-pocalittico della serie Orfani.

Un inizio non esplosivo, ma sicuramente ottimo, con la giuste dose di WTF?! e WOW. Ovviamente, i disegni e i colori sono maestosi ed assolutamente atipici per una serie bonelliana. E se il caro Robby [Roberto Recchioni, ndv (nota del viaggiatore)] ripeterà lo schema che segue un climax di colpi di scena ed imprevedibilità, abbiamo incominciato a leggere una nuova grande serie.

Quinidi, niente spoiler! No! Non lo dico! Non dico che la Mocciosa... Mmmmmhhhhh...
Ok, non dico niente!

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