27 settembre 2014

75 anni di Batman: ritorniamo alle origini [Recensione]

Tanti auguri a te... Tanti auguri a teeee... Tanti auguri a Baaaatttttsssssyyyyyy... Tanti auguri aaaaaaaaaaaaaaaaaaa teeeeeeeeeeeeeeee!!!
Tutti stanno a festeggiare il 75° anniversario della nascita di Batman, perchè noi no? Ed ecco che ci buttiamo sul volumino per aficionados del pipistrelluto supereroe...
Grande, grandissima, granderrima idea.

Chi ha avuto la fortuna di leggere le primissime storie (in ristampa, ovvio, parliamo del 1939 in USA) sa che il nostro crociato preferito era protagonista di storielle (per noi cìovani) un pochino sempliciotte: A segue B che segue C. E la complessità del personaggio era, come dire, la stessa di una pubblicità progresso contro il bullismo. Ma, diamine, va contestualizzato! Parliamo di una nazione che stata aspettando che in Europa scoppiasse nientepopòdimenoche la Seconda Guerra Mondiale (Batman esce la prima volta il 30 marzo 1939). Insomma… Insieme a Superman (uscito nel giugno del 1938), il cupo vigilante rappresentava la risposta della futura DC Comics al bisogno di eroi puri e genuini e vittorie semplici contro i cattivoni.
Tenerello e deforme il nostro Batsy
Ma è pur vero che, in 75 anni, di cose ne son cambiate… Batman-Pop, Batman con la schiena spezzata, Batman-Miller-Moore-Morrison (santissima trinità del fumetto batmaniano), Batman-depresso-annosabbatico… L’eroe semplice del ’39 è stato abbandonato da tempo, lasciando spazio ad un eroe complesso, articolato e multiforme (tiè tiè).
E che hanno scelto di fare Brad Meltzer e Chipp Kid? Hanno voluto ricordare a noi tutti bat-fan che che se adesso investiamo risparmi e vendiamo reni per comprare i fumetti del Cavaliere Oscuro, lo dobbiamo al semplicione pipistrellone nato 75 anni fa.
I due autori recuperano, infatti, la prima storia di Batman, quella uscita sulla rivista Detective Comcis numero 27 del marzo del ’39 e ne evidenziandone ed ingrandiscono le tavole, piegandole al linguaggio moderno del fumetto, rendendolo assolutamente “contemporaneo” nella lettura. Certo, la trama è, ovviamente, la stessa così come le battute, ma l’idea intelligente è stata quella di inserire la voce fuori campo del nostro randellatore-di-cattivi preferito. Nel racconto originale, ovviamente, era assolutamente assente una dimensione “personale” e “privata” di Batman.
Perché fa quel che fa? Chi è? Cosa motiva le sue azioni? Il suo è uno scopo nobile o egoistico? Beh… Dopo ben 75 anni noi sappiamo fin troppo bene le risposte, ma lo scopo di questa lettura è quella di calarsi nel lettore di fine anni ’30, che non conosce il personaggio, ma con le attitudini del lettore moderno, abituato ad un differente linguaggio del fumetto.
«Lo faccio perchè non ho avuto un buon psicologo infantile»
Una piccola ma potente riscoperta di un mito moderno, di un icona mondiale, che, da quando è nato, ancora riesce a catturare nuovi e piccoli nerd. Come un nonno che racconta le storie di guerra ai nipotini, senza gilet di lana verde, ma con un’armatura corazzata nera e cattiva. E alla veneranda età di 75 anni, scusate se è poco.

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