13 aprile 2013

AVENGERS vs X-MEN n°5: Risveglio delle coscienze. Si, ma ce ne hanno messo di tempo! [Recensione]



Penultimo capitolo… Stiamo arrivando finalmente, ancora no, manca poco, alla conclusione del crossover AvX che ha millantato sconvolgimenti e capovolgimenti epocali e che, diciamocela tutta, ma diciamocela proprio, qualcosina ha smosso, ma niente che con una bella pezza di sceneggiatura forzata non si possa recuperare.
Insomma, la morte (Spoiler!!!) della Torcia Umana (fine Spoiler!!! Ha ha, lo so che lo hai letto)! Cosa c’è di più definitivo della morte? E infatti quello non è morto (e ti pareva). Quindi sono un po’ scettichello che quello che sta succedendo sarà definitivo. Ma che ci frega il mondo del fumetto è bello per questo, un continuo mischiare e rimischiare le carte! Ahhhh, ottant’anni di rimaneggiamenti continui e noi siamo ancora qua ad amare i personaggi Marvel (tranne Ciclope, idiota in tutte le epoche).
Vabbè, ma che succede in questo capitolo 5 di questo “scontro fratricida” (cit. per chi era bambino negli anni 90)?
Piccola nota “tecnica” obbligatoria. Fino ad ora noi lettori avevamo un narratore esterno che ci raccontava quello che stava accadendo, in realtà anche con poche voci fuori campo, insomma, noi stavamo lì a leggere e a tifare la “nostra squadra del cuore” come se stessimo guardando il torneo internazionale over 80 di bocce: spettatori! Invece la prima parte di questo quinto capitolo ci sposta dentro l’azione, ci fa partecipare emotivamente e ci coinvolge. Perché? Perché a narrare è un personaggio della storia che racconta in prima persona. Le sue didascalie iniziali sono macchiate di sangue (!!!) e tu già ti preoccupi. 
Poi scopri che è Spidey a parlare e ti domandi «ma che ha combinato Ciclope?» perché solo del “leader-dittatore” dei mutanti può essere la colpa di ogni cosa, a cominciare dall’otturazione dei water della città mistica di K’Un Lun, all’orchite al testicolo destro di Capitan America.
«Fra diciassette ore» recita la didascalia e cominciamo quindi con Colosso che ha appena indrommato (AKA percosso con attenzione ai dettagli cartilaginei) di mazzate il nostro amichevole Spider-Man di quartiere: «stai giù!» «temo di no poterlo fare» e l’istinto di sopravvivenza è andato!
«Ora. La mistica città di K’Un Lun» e Spidey comincia il suo mistico racconto sulle mistiche attività locali della mistica città: stare in punta di piedi su un pinnacolo mantenendosi in equilibrio con dei secchi pieni d’acqua, attendere davanti al portale mistico che i propri amici tornino decimati e contusi, insomma, attività ludiche e ricreative che sono K’Un Lun in primavera può offrire.
«Abbiamo perso Thor» e mo? Eh! Piano piano degli Avengers non ne sta rimanendo più nulla!
Nel frattempo andiamo a dare un’occhiata alla famiglia Summer-Frost e ai loro problemi coniugali. La questione dibattuta oggi è: “uccidiamo tutti” (Emma) o “non affronto alcun tipo di discussione” (Ciclope)? Emma, in un momento di pseudo sanità mentale, confessa allo smidollato marito la possibilità di «spegnere il cervello» a tutti e Ciclope, coraggiosamente, prima la offende («sembri Namor»),  poi le dà l’utilissimo consiglio del «torna in te» e infine se ne vola via mentre quella in stato depressivo gli dice «ti prego… fermami». Ma ormai quello se ne è già andato a bearsi della sua nullità.
Ma i problemi familiari sono un po’ ovunque, infatti, Tempesta/Ororo (ex)moglie di Pantera Nera, con sommo ritardo, comincia a nutrire seri dubbi sui suoi amici inFenicizzati e se ne va in Wakanda. Là trova il (ex)marito che le intima di andarsene un pochino aff… via. «Non parliamo di questioni personali ora. Ci sarà tempo per questo» e certo ai comodi tuoi! Sembra sia venuta per ravvedersi e, coda tra le gambe, aiutare gli Avengers (alla buon’ora!).
I nostri Avengers allora si armano e partono al salvataggio dei loro compagni. Su soffiata di Tempesta scoprono che in un Vulcano (!!!) sono tenuti prigionieri Thor e co. «Vibra di energia demoniaca» prova a rassicurare Dottor Strange e infatti scopriamo che Magik ha portato le incantevoli creature mostruose del Limbo sulla terra. Colosso nel frattempo sta giocherellando con il DNA delle balene per dar loro le gambe, ma dimenticandosi dei polmoni, quelle schiattano. Magik lo riporta (ehm) alla realtà e gli dice che devono andare a picchiare gli Avengers.
E infatti, scontro! Che ovviamente non sta andando proprio benissimo per gli uomini (e She-Hulk) di Cap. Ed ecco che siamo arrivati alle “diciassette ore” dell’inizio. Spidey, ormai monco del suoi istinto di sopravvivenza, dice ai compagni di voler trattenere Colosso e Magik per permettere loro di scappare e salvare gli altri eroi. Beh, che dire? Non è impossibile immaginare come vada questo scontro. 
Certo, magari, il pugno in piena faccia gli ha fatto perdere tutti i denti ma ha fatto venire a Spidey una bella idea: mettiamoli l’uno contro l’altra. Facciamoli litigare per il potere della Fenice: quello che vince assorbe il potere dell’altro. E quei due che fanno? Ci cascano! E come due “geni” si danno un colpo talmente forte che perdono tutti e due il potere della Fenice e il nostro Spidey si salva.
Oh, finalmente un po’ di tregua. Ovviamente no! Ciclope è riuscito a prende la metro A per K’Un Lun ed è venuto a reclamare (ancora e ancora e ancora, che palle!) Hope, che se si suicidava risparmiava a tutti sto strazio. 
Solo che Iron First non ha ancora finito di allenare Hope al “pugno scassa tutto”. Una sola opzione: fuga virile con in braccio una Hope urlante. 
Fuga che dura poco: Iron First tenta un timido pugno, ma ovviamente nulla. E guarda un po’ chi ti arriva dopo circa tre numeri in cui se ne è stato solo soletto alla sua scrivania? Iron Man! Che incastona Ciclope in un muro.
Nel frattempo ad Uopia, Emma Frost, cercando di emulare Ciclope, ma mettendoci molta più cazzima, si bea dell’adorazione dei suoi sudditi, ehm, alleati-comapgni-mutanti. A Magneto sta cosa non tanto va giù. Più che altro che lui sono sessant’anni che ci prova e non ci riesce. Prova a dire due cose, ma con un «stupido presuntuoso» Emma si accommiata.
E a K’Un Lun? Iron First è in mezzo a calcinacci, il suo momento di gloria è durato veramente poco. Ciclope vaga per le strade chiamando Hope (come se quella, povera fessa, dovesse rispondergli «sono qui») stendendo il dinamico trio composto da Thor, Occhio di Falco (ancora ci prova a combattere contro gli dei?) e La Cosa. Rubando persino le battute altrui: La Cosa sta per dire «è…»… Zack! «volevi dire… “tempo di distruzione”?». Ah, simpatico sto Ciclope (Idiota!). Ma il suo non è l’unico “zack” della giornata. Infatti uno verde lo scassa in terra. Hope, in groppa al drago Shao Lao con affianco il “Tonante” (!!! Eh?!?!). Scontro di odore medievale (o forse del “Tonante”) tra il drago e Ciclope, che finisce con un “cai cai” della bestiola che precipita al suolo. Il Tonante rimprovera Ciclope:
«Uccideresti un animale ferito?». Ma certo, anche piccoli gattini indifesi, strappo le ali alle farfalle e taglio le code alle lucertole!
«Faresti del male a una ragazzina?». Ovvio, mi sono preparato la cinghia mistica delle sculacciate.
«Dov’ il tuo onore, Ciclope?». Credo se ne sia andato già dalla mai prima battuta del numero 1 degli X-Men, settembre 1963.
E a Hope girano finalmente le palle: si incazza di brutto, urla un «VAI VIA!» in grassetto e corpo 30, e ci mena un pugno tanto forte che lo spedisce (letteralmente) sulla luna! Hai capito a Hope!
Tornano Cap e compagni e chiedono spiegazioni:
«che è successo?»
«Hope ha preso a calci in culo Ciclope… E credo di sapere il perche».
Utopia.
Aspè! E perché? Non ce lo fanno sapere?!?! Il mese prossimo? Ohhh…
Vabbè, ad Utopia un terrorizzato Magneto si toglie il suo elmetto e chiede al Professor X, ovunque lui sia, di leggere i suoi pensieri perché «Scott ed Emma… Stanno perdendo il controllo». Ma dai? Strano… E da cosa lo hai capito? Vabbè, abbiamo capito che i mutanti in questo crossover sono un pochino lenti a capire le cose.

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