30 gennaio 2013

Shiki: Vampiriri cattivi? Si, ma manco gli Uomini scherzano [Recensione]



A grande richiesta – mia e delle voci che parlano nella mia testa – ecco la recensione di un davvero ottimo anime. Ebbene si: bello bello bello. 
Ho fatto vedere alcune scene a degli amici: due sono caduti in depressione in stato catatonico, lacrime agli occhi, uno invece conteneva un orgasmo (intellettuale, è ovvio)… Quindi? Per dire che questo è un anime a cui non tutti rispondono nella stessa maniera.
E perché? Perché è spiazzante, terrorizzante, accattivante, misterioso e, ultimo ma non ultimo, costruito benissimo!
Parliamo di un paesino sperduto in mezzo alle colline del Giappone. Talmente sperduto che un “quartiere” di questo buco abitato è composto da due case con in tutto tre abitanti. Che schiattano pure all’inizio! E giusto per confermare il detto «tutto il mondo è paese» troviamo pure le vecchie commare che si abboffano di pettegolezzi e criticano tutto e tutti. Si, Giappone-Italia sono la stessa cosa. Ma cosa avranno tanto da intrecchiare i vecchietti sulla panchina del bar?
C’è un grosso villone stile europeo che è stato finito di costruire da poco ed è ancora disabitato. «Chissà chi ci andrà ad abitare?» «ma che ca**o vengono a fare in questo mer***sissimo paese?» e boh? Come tutte le chiacchiere di paese rimangono a vuoto.

Mistero…. Noi di “ViaggioPerNerdopolis” crediamo di si!
Questa sarà un recensione piena zeppa di spoiler, quindi, per chi non avesse visto la serie… Non ci posso fare niente! Ma andrò per sommi capi, quindi non sgamo proprio tuttissimo.
Allora…
L’anime comincia con un gruppo di persone, di notte, che cerca una ragazza scomparsa. La troveranno? Si, due minuti dopo, svenuta in mezzo alle frasche. E che sarà successo?
Mistero…. Noi di “ViaggioPerNerdopolis” crediamo di si!
Il ritratto della salute
Torniamo indietro e vediamo la stessa ragazza (ancora cricca cricca) che sta passeggiando per le desolate vie del paesino lamentandosi di quanto sia orrendo questo “ridente” borgo. Tu stai già la pronto ad affezionarti al personaggio che quella sparisce nel suddetto bosco, la ritrovano, si ammala (di cosa? Mistero… Noi di “ViaggioPerNerdopolis” crediamo di si!) e ci lascia le penne. Vabbè, ma allora ci affezioniamo al ragazzo dai capelli viola che schifa a morte pure lui il paesello? SI! 
Però aspetta… E il medico del paesino tanto dispiaciuto di non aver salvato la ragazza? Vabbè, pure lui ci sta simpatico! 
Un momento, c’è pure il monaco del tempio buddista, e l’amica della ragazza morta, e il fratellino, e il ragazzo simpatico-amico di tutti, l’infermiera con i capelli color verde acqua e… Ok! Basta! Amiamo tutto e tutti perché, ebbene si, non c’è un protagonista della storia. Almeno non un protagonista assoluto. Ogni personaggio, a modo suo, fa parte della storia corale che stiamo guardando. Persino il mellifluo adolescente psicopatico ha un suo ruolo. Tutti sono parte di una comunità e, come tali, prendono parte a tutto quello che succederà.
Purtroppo la “malattia” continua a fare vittime: tutti anemici e pallidi, schiattano dopo qualche giorno. Ma che sta succedendo? Un’epidemia-portami-via? Ehm, sNi.
Mistero…. Noi di “ViaggioPerNerdopolis” crediamo di no!
E perché “crediamo di no”? Beh, quando il medico dice «e questi due buchini vicini vicini, proprio sopra una vena? Saranno stati gli insetti?». Si, si, credici. Il mistero è dunque risolto: vampiri!
Già lo so che qualcuno comincia a storcere il naso: «che palle, ancora vampiri, i mozzichi, il sangue, i crocifissi…». Ma un momento... Confesso che all’inizio pure io quando è uscito il fatto dei vampiri ho pensato che si era scagato un pochino: la storia dell’epidemia-portmivia-misteriosa stava intrigando. Ma questo non è un semplice anime di vampiri-cattivi-succhiasangue ed è assolutamente lontano dai vampiri-amore-twilight-sbrilluccichio.
La cosa straordinaria è la capacità narrativa con la quale noi poveri spettatori osserviamo la lentezza, la terribile “normalità” con la quale il paesino si sta lentamente spegnendo. Tante persone muoiono, alcuni contagiati diventano vampiri, il dottore sta disperato, il monaco intreccia una pericolosa relazione intellettuale (sia chiaro!) con la bambina-capoVampiro. 
Tutto va allo sfacelo, ma con lentezza; la morte sopraggiunge inarrestabile e fiaccante per la sua “normalità”. Uso le virgolette perché tutto l’impianto narrativo si basa sull’idea dei Vampiri come una sorta di evoluzione del genere umano, il passo successivo. Per quanto drammatica, a volte violenta, e dolorosa questa evoluzione è inquietantemente “normale”.
Noi siamo la a fare il tifo per gli umani: «scappate, combattete, fate qualcosa!». Anche perché quegli occhietti neri con le pupille rosse dei Vampiri te la fanno fare sotto dalla paura… 
Aaaaahhhhh!!!!!
Ma… Tutto comincia piano piano, dicevamo “lentamente”, con la solita apparente “normalità”. 
Il ragazzo dai capelli viola, sconfiggendo la sua mazza nel culo, era riuscito a diventare amico le ragazzo biondo-amicoditutti, quando questi muore e resuscita vampiro. Il Viola, che ha capito tutto il fattaccio vampiresco, però, trovandosi davanti l’amico cerca una soluzione, offre il proprio sangue per lenire il dolore-da-fame, sostiene la possibilità di poter vivere pacificamente. E il Biondo capisce, lotta contro se stesso per non essere vinto dall’istinto di nutrirsi. E tu pensi: «ma allora ce la faranno a convivere!». E invece no! La fame è troppo forte e il Biondo prosciuga l’amico.
Ma non preoccupatevi, il Viola torna Super-Mega-Vampiro. E allora torni a pensare che sti Vampiri sono proprio degli infami! Quand’ecco che il nostro Medico fa una cosuccia: la moglie (antipatica, per carità) viene contagiata dal “virus-vampiro”, muore, e lui se la porta nell’obitorio, la lega al letto, quella resuscita e… Comincia a torturla per scoprire il punto debole dei Vampiri. La moglie, mentre viene tagliuzzata, bucata, sventrata, essiccata con la luce ad ultravioletti, lo guarda disperata, sconvolta. 
Ho capito che è un vampiro, ma.. è sempre tua moglie!
Mmmm sarà per questo che lo fa?
E il Medico se ne fotte! Questo momento rappresenta il punto di non ritorno, il climax, della lenta perdita di umanità da parte degli abitanti del villaggio.
Sebbene da un alto abbiamo i Vampiri che uccidono e trasformano, dall’altro ci sono gli Umani che catturano e torturano. L’obiezione potrebbe essere: «si ma hanno cominciato prima i Vampiri, signora maestra». Vero… Ma la “fame” li costringe a perdere la loro umanità e la loro forza gli permette di sopraffare l’altro. Come l’uomo che caccia un’animale perché ha ingegno, forza e fame per poterlo e doverlo fare, pena la sua sopravvivenza. Se i Vampiri, diventando tali, perdono parte della loro “umanità”, gli abitanti del villaggio non sono diversi nel momento in cui, nella mattanza contro i succhiasangue del finale, braccano, impongono morti dolorose e quasi si divertono mentre uccidono altri esseri viventi (si fa per dire, lo so che i vampiri sono tecnicamente morti, uff, pignoli). 
Certo, qualcuno si oppone (ma solo intellettualmente), alcuni impazziscono (letteralmente), altri negano l’orrore che hanno davanti, ma sono tutti ormai condannati a partecipare alla distruzione del proprio villaggio.
Straziante è il finale: chi era un tempo amico, chi era una tempo padre, madre, fratello ora si ritrova a combattere chi conosceva, chi amava, per la sua sopravvivenza e per quella della propria razza.
La ragazza dai capelli rosa dell’inizio, diventata vampira, alla fine viene schiacciata dai trattori urlando i nomi dei suoi assassini, persone che la conoscevano e con cui in vita scherzava. Un’altra vampira, dai capelli blu, mentre scappa nelle fogne viene dilaniata prima dai sensi di colpa per aver ucciso la famiglia che amava per tentare di farli diventare vampiri, poi dai bastoni degli abitanti del villaggio che la trascinano al sole per farla bruciare fino alla morte. Un essere umano, colto da bestialità, ride mentre percuote e uccide un vampiro, un tempo, persona che gli era antipatica. Le donne ammassano e legano i corpi dei vampiri uccisi mentre canticchiano una nenia come se stessero coltivando i campi: la “normalità” all’interno di una situazione disperatamente anormale.
È l’altro lato della medaglia. È vero che i Vampiri succhiano il sangue, ma anche loro hanno relazioni, affetti, persino sogni e speranze. Avevano deciso di trasformare tutto il villaggio in un paesino di vampiri per poter condurre una vita normale: uffici, negozi, bar, passeggiate. Giustamente gli Abitanti si sono difesi da questo sopruso, hanno lottato per la propria vita. Hanno tentato di difendere ciò che anche loro poi, come i Vampiri, hanno perso: la propria umanità.
Lieto fine? Ma ti pare?! Doloroso e angosciante: un piccolo gruppetto di Umani si salva, la CapoVampira-Bambina pure, il cerchio di orrore non si è fermato. L’unico lieto fine sarebbe stato quello con la morte di tutti i vampiri e di tutti gli abitanti del villaggio: l’orrore che genera orrore ciclicamente si sarebbe chiuso in se stesso. Ma non è stato così, dopotutto dobbiamo ricordarci che basta poco per farci perdere la nostra umanità.
Per ovvie ragione di tempo-spazio-luogo ho dovuto tralasciare un bel po’ di cose ma, almeno, chi deciderà di intraprendere questo doloroso incubo potrà scoprire tutti quei piccoli dettagli che rendono questo Anime un piccolo gioiellino narrativo, pieno di spunti di riflessione. Dopotutto un’opera d’arte (intesa nella sua accezione più ampia come “prodotto artistico”) è sempre specchio di un contenuto “altro”…

5 commenti:

  1. Anonimo17:53

    meraviglioso

    RispondiElimina
  2. Sto leggendo adesso un manga che si chiama Tokyo Ghoul. Mi sembra simile a questo a giudicare dalla recensione che ne hai fatto, almeno per quanto riguarda l'ambiguità morale tra le due parti... Il protagonista della storia diventa per metà un Ghoul (creature metamorfe che mangiano carne umana) dopo che gli vengono impiantati gli organi di un ghoul rimasto ucciso nel tentativo di mangiarlo (non si tratta di un esperimento ma di un errore inconsapevole da parte del medico)... Adesso a metà tra due mondi, è costretto a guardare le cose sia dal punto di vista degli umani che di quello dei ghoul (metaforicamente, solo uno degli occhi è di base nera come quello di un ghoul, mentre l'altro è umano)...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma lo sai che ho visto la prima puntata dell'anime? Sinceramente mi aveva davvero ispirato a proseguirne la visione. Appena mi libero dalle millemile cose da leggere-vedere-giocare-comprare... No, ne avrò mille altre! Faccio prima ad infilarla in mezzo al mucchio così me la guardo prima :-D

      Elimina
    2. Purtroppo secondo me andando avanti la trama ci perde... almeno il manga, l'anime non so...
      O meglio, più che perderci, si modifica lo spirito, e io preferivo più la direzione verso cui sembrava orientato all'inizio. XD
      Poi... è una di quelle storie piene di altarini, di quelle che diventano assai frustranti... e il finale non finale... infatti è uscito il sequel, ma non l'ho guardato... XD

      Elimina

http://viaggiopernerdopolis.blogspot.it/