31 ottobre 2013

Feed: “L’appetito vien…” Aspè, no! Non viene proprio!!! [Recensione]

Continuiamo la tradizione di una bella recensione di un film horror a poche ore dalla notte di Halloween... Ma dopo solo un'anno possiamo già considerarla una "tradizione"? Bah?!
Cominciamo questo post con una notazione antropologica (tiè tiè). Diciamoci la verità, i napoletani hanno il grande dono della metafora. Le loro espressioni dialettali riescono a sintetizzare con arguzia ed ironia le più disparate tipologie di persone. Pensiamo all’espressione «tiene ‘a capa sule pe’ spartere ‘e recchie» che, letteralmente, significa “hai la testa solo per dividere le orecchie”. È meravigliosa: indica un individuo la cui unica utilità della propria testa è quella di separare due appendici, quindi, parliamo di un idiota. E questa per dire una delle più “famose”. Tra parentesi (che non capisco perché non ho messo tra parentesi, come ho appena fatto con questa frase… Mmm), a tutti i napoletani dico che se ce ne sono di più incisive, aspetto di conoscerle. Dico questo perché la prima frase che mi è venuta in mente vedendo sto film è stata un’espressione napoletana: «femmene e pizze anna esse massizze», cioè che sia le donne che le buone pizze devono essere belle grosse. Ma diciamo che il regista Brett Leonard (ve lo ricordate Il Tagliaerbe?) ha preso questo detto un po’ troppo alla lettera. Le donne con le curve sono sempre più affascinanti delle mazze di scopa monodimensionali, ma qui, in effetti, andiamo dritti dritti nel regno del WTF?!?!

27 ottobre 2013

Orfani: di padre? Di madre? Di entrambi? Vediamo... [Recensione]




Lo so che in giro nel web-mondo nerd e geek italiano, Recchioni, rischia di fare la fine di Justin Bieber: basta che respiri e giù a criticarlo e pigliarlo per il popò, e che è… Ma diciamo anche che, dall'altro lato, è un po’ leggermente-estremamente prematuro assurgerlo a divinità dell’olimpo del fumetto italiano… E insomma…

Ordunque… Dicevamo: Orfani.
Pompato come una mucca piena di steroidi, la Bonelli l’ha pubblicizzato come fosse il nuovo blockbuster hollywoodiano: numero 0, anteprime, interviste, edizioni speciali annunciate (!!!), il tutto prima ancora che uscisse il fatidico numero uno. Il che ti provoca due reazioni antitetiche: la prima è un WOW che ti rompe le corde vocali, la seconda è un «che palle» che ti rompe le… ehm… eh, beh, si proprio quelle…

Ma alla fin fine che fai? E te lo prendi, diamine!

19 ottobre 2013

The Last Stand: che sarebbe meglio “siamo alla frutta! [Recensione]




Quanti anni sono passati? Millemila? Swarzy era li, due parole in bocca, giubbottone di pelle, moto fichissima e diceva «hasta la vista, baby». Già. Un icona. Non ce ne fregava niente se era espressivo come un blocco di tufo e che faceva sempre (bene o male) la stessa parte. Ci piaceva quando faceva penzolare un tizio su uno sgarrupo tenendolo con un braccio solo confessandogli «questo è il braccio debole» in quel di un tamarrissimo Commando. Insomma, era anche dotato di autoironia, di pessimo gusto, ma pur sempre autoironia. Beh, incinto faceva la sua porca (nel senso di disgustosa) figura. Poi, niente, lo abbiamo perso. È entrato in politica e come ogni politico che si rispetti si è fatto chiatto, con i pettorali trasformati in tettine di una novantenne, trombitor e ingravidante folle, e il caro Swarzy ha appeso il mascellone al chiodo.

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