Allora… Ho
visto i primi due e ho pensato, beh, vediamoci pure sta terza parte prima che
poi la terza parte-seconda ce la sciroppiamo un’altra volta. Dopotutto la moda
di Harry Potter e Twil#@*§... Arghhh… Crampi alle dita…
Vabbè, della saga dei vampiriri colpisce tutte le saghe pseudo-Cìovani. Ma…
Mentre in Harry Potter, diciamo, che
aveva senso, diamine, era il finale di una saga lunghissima che ha appassionato
e intenerellito ragazzi che erano bambini col primo film e si son trovati
adulti all’ultimo, se, per quanto riguarda la saga degli ormoni-vampiri-impazziti,
non avrebbero dovuto farne neanche uno di film figuriamoci dividere l’ultimo in
due parti, con Hunger Games, diciamo
che potevano risparmiarselo. No no, non perché sia brutto, chiariamo, ma perché
sostanzialmente è solo un lungo prologo a qualcosa che, nel film stesso, non
accade ancora (ovviamente! E sennò come riempivano il secondo film?). E qui
casca la ghiandaia imitatrice!
Comunque…
Parliamo chiaro: il problema è che
questa saga per adolescenti (perché, diciamocelo, è per quella fetta di pubblico
o per le madri che hanno visto troppe puntate di Una mamma per amica) comunica il messaggio che si può (e si deve)
fare merchandising su un qualsivoglia movimento di rivolta. Mi spiego meglio: i
Distretti di sto film, stanchi delle angherie di Capitol City, dicono «e mo ci ha un po’ rotto le palline con
bombe e genocidi… W la rivolucion!!!». Fin qui, nulla strano. Il problema è
che tra gesti, spille e ciondoli banalizzano e totemizzano (addirittura?!?! E che
è…) il significato della rivolta sociale. Che tu mi alzi le tre dita al cielo
(gesto palesemente legato all’icona del rivoluzionario) senza creare l’empatia
e senza comunicare il portato di un gesto del genere perché lo annunci con
frasi banali «”combatterai per noi?””si,
certo”» (grande spessore narrativo, non c’è che dire), non fai altro che
banalizzare il significato e il senso della rivoluzione sociale.
Insomma è la
stessa cosa che hanno fatto quando hanno messo la capa di Che Guevara sulle
magliette… Solo che qui è l’industria cinematografica per ragazzini a farlo! Io
lo so che il film non pretende di narrare un fatto di storia, ma il messaggio
che passa è: alza la manina in cielo e sei uno dei nostri che lotta contro il
potere. Le ultime generazioni fanno il
consumo fast-food di ideologie, il terreno per imbeccarle con ritualità
gestuali è fertilissimo. Un contro è credere in un’ideologia e nella libertà
dalle oppressioni o dai governi dittatoriali, un conto è abbracciare superficialmente
il monito di un filmetto di intrattenimento. Cavolo, trovo sia molto meglio
costruito l’anelito alla libertà della Terra di Mezzo… Ma forse, sto esagerando…
Una nota di merito va fatta, però. Anche,s e
in realtà, non so quanto sia voluta dagli autori del film. Una tematica che,
bòn, a stare, ci sta, è quella dell’utilizzo del medium video: sia che sei un
rivoluzionario, sia che sei un tirannico despota senza cuore o morale,
fascistone e con mire vestiarie da gelataio, niente raggiunge le masse come un
bel trailer!
Con tanto di musiche, effetti speciali e propaganda. Non so se l’intento
degli autori sia quello di fare una critica, ma trovo comunque interessante che
in un futuro distopico, in cui la gente non c’ha manco di che mangiare, ci sia
comunque una presenza massiccia di tecnologia video, utilizzata da ambo le parti,
per veicolare i propri messaggi. Dopotutto viviamo in un epoca di selfie e
bimbiminkia, non stupisce che questo, in un probabile-masperiamodino-futuro, si
traduca nella continua spettacolarizzazione di messaggi o di personalità
autoelette.
«Geeeeelati... Geeeeelati...» |
Vabbè, ma qui si è fatto troppo serioso e che
palle.
Concludiamo questa sosta del viaggio per
Nerdopolis, dicendo che il film si presenta bene, niente di orrendo, manco di
superbo. Qualche scena ha il suo bel perché (penso alla scena prima e durante l’attacco
alla diga), ma per il resto è un film proprio di “passaggio” perché,
sostanzialmente, torna al punto di partenza: la fine del secondo capitolo.
E che si fa mo? Eh… Si aspetta il finale.
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