20 ottobre 2012

AVENGERS vs X-MEN n°0: E aspettiamo… [Recensione]



E continuiamo a leggere...
Comincia ufficialmente il sagone Marvel AvX…
No, ancora no… Ma se è in numero 0 che pretendi?
Diciamo che questo numero cerca di sbrogliare un pochino la matassa degli eventi precedenti. 
Per chi non lo se lo ricordasse Scarlet, un po’ di tempo fa, ha avuto una brutta crisi di nervi, ma brutta forte: ha perso il controllo dei suoi poteri di alterazione della realtà e scassando tutto ha creato un bel po’ di casini (ma proprio un riassunto stringatissimo). E quindi all’inizio della storia vediamo l’AIM che tenta di fare secco un traditore sotto la protezioni testimoni, comandato dall’affascinante e sexy M.O.D.O.K. conosciuto anche come “l’uomo senza collo” (in realtà senza nulla, è una capa gigante con quattro zampette). 
Seeeeexy!!!
Interviene una prosperosa e seminuda Scarlet per distruggere i “temibili apicoltori” ma non ce la fa proprio e piglia mazzate. 
Non aveva altro da mettersi?
Per fortuna chi ti interviene? Ms.Marvel e la Donna Ragno! Tra un «ciao, come stai?» e l’altro le dicono: «perché non vieni alla base dei vendicatori per un caffè a salutare gli altri?». Ideona! Come si dice, “tra moglie e marito non mettere il dito”. L’accoglie sull’uscio il suo ex marito Visione: tenendo presente che nella sua follia Scarlet ha usato il corpo del marito per creare armi da usare contro il gruppetto degli Avengers, è normale che troviamo Visione leggermente incazz... infastidito. Con un due di picche grosso quanto una casa la manda al diavolo e coda tra le gambe (anzi mani tra le lacrime) Ms.Marvel si porta via Scarlet. Anche se è stato “leggermente” crudele, questo non impedisce a una lacrimuccia di solcare le gote di Visione (Poesia!!!).
La seconda storia dell’albo ha per protagonista Hope. In X-Sanction l’avevamo lasciata che la Fenice stava arrivando da lei. A questa notizia, da brava adolescente incazzosa Hope ogni sera se ne esce da Utopia (l’isola-base delgi X-Men) per andare a schiarire la mente, e nel frattempo fracassare qualche cranio a qualche cattivone. Ciclope, che non è proprio cosa sua, tenta di fare la figura “paterna” autoritaria di questo cazzo e le dice: «no, non devi uscire, sei importante, sei il Messia, bla bla bla». Quando Hope gli chiede di Fenice, virilmente alza il culo per andarsene. 
E affrontala una questione, no? No!
Che uomo!!! La radio della polizia che Hope tiene legata alla cintura avvisa di una rapina e così lei fa per andarsene, Ciclope tenta di fermarla e lei, leggermente stizzita, lo manda al diavolo col suo stesso raggio e via, jet pack sulle spalle verso la città. 
Nella banca Hope trova il tristissimo gruppo di super criminali La Società Dei Serpenti e li scomma letteralmente di sangue, finchè uomocoraggioCiclope non arriva e se la riporta a casa.  «Ci penso io alle autorità. Poi, mi occuperò di te», dice Ciclope, un vero leader! Ma assai! E così Hope se ne ritorna a Utopia.
Come risolve lui i problemi... Non li risolve! Rimanda!
La terza storia è utile quanto un calcio nei denti: fa vedere Nova che scappa alla chetichella per avvisare il mondo che sta arrivando Fenice. Ma dai? In effetti lo avevano ripetuto solo un miliardo di volte, poteva non essere chiaro.
Che sarà mai quella cosa là dietro? Sembra un piccione... Mah?!
Comunque…
La sceneggiatura è di un altro grandissimissimo: Brian Michael Bendis, e si vede. Bendis, specialmente sulle storie che si dipanano in diversi albi, sa come attirare l’attenzione e come rendere accattivanti i personaggi e quindi anche il siparietto del dramma familiare ci stuzzica quanto deve. La storia dedicata ad Hope, scritta da Jason Aaron, invece ti comincia a mettere nella carreggiata AvX e così la segui volentieri nonostante racconti dell’isterismo adolescenziale di Hope e del qualunquismo di Ciclope.
Frank Cho si è occupato di disegnare il tutto. Che dire, non stiamo parlando del primo disegnatore a caso, anzi. Parliamo di un ottimo artista che cerca sempre di dare un taglio realistico all’ambiente nonostante faccia da teatro a dei supereroi. Belle le scene cittadine della storia di Scarlet, così come il mantello dell’eroina che svolazza dappertutto. 
Quindi i dettagli, anche i colori (di Jason Keith), la composizione e l’articolazione delle vignette vanno a rendere un’atmosfera molto vicina al lettore, come se tutto questo stesse succedendo sotto casa. Splendida la tavola finale della storia di Hope: molto cinematografica, mostra uno zoom che dal primo piano di Hope si allontana verso lo spazio profondo, fino al cliffangher della pagina successiva che mostra l’avvicinarsi di Fenice (non si era capito che Fenice sta arrivando?).
E quindi aspettiamo e gustiamoci il succedersi degli eventi e cerchiamo di scoprire le ragioni (anche se qualcosa si può già intuire) come mai Avengers e X-Men decidono di darsele di santa ragione.

p.s. Fenice sta arrivando… Ci sono ancora dubbi?
Fenice? Sei tu? Noooo...
Non c'è manco un indizio!

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