26 marzo 2017

La Bella e La Bestia: e il problema della sovrascrittura [Recensione]

Banalizziamo da subito: viviamo in un epoca in cui l’industria culturale, ormai, non tenta neanche più di generare qualcosa di originale – seppure un remake, per quanto “originale” possa essere – ma vuole soltanto far rivivere i bei tempi andati.
Se fino a qualche mese fa gli anni ‘80 son stati oggetto di rimaneggiamenti, citazioni, rielaborazioni e scopiazzature, ora tocca agli anni ‘90.
E possiamo dire (dato anche il successo) che La Bella e La Bestia inizia il revival degli anni ‘90.
Ma, aihnoi, il problema è molto peggio di così.
La questione è: perché riscrivere, anzi, sovrascrivere un classico?

Per un film “classico” intendiamo un film capace di sopravvivere ai suoi anni, di essere sempre attuale e sempre godibile, a prescindere dall’età di chi guarda e da cosa è abituato a vedere. Se un film è bello, lo rimane sempre, se determina o condiziona l’immaginario collettivo, è impensabile la sua riscrittura.
Non bisogna essere contro i “remake” – nonostante si stiano riproducendo come ricci ninfomani – perché a volte certe questioni necessitano una rielaborazione moderna.
Ma qui, no, questo no. Vedere La Bella e La Bestia significa assistere al fallito tentativo di riscrittura, prima, e sovrascrittura, poi, di un “classico”.
A nessuno verrebbe in mente di riscrivere I Promessi Sposi, solo un mentecatto potrebbe voler riscrivere la Divina Commedia, perché così come sono, hanno il loro intrinseco valore culturale. Certo, con i film è diverso. La pratica del remake non guarda in faccia a nessuno (quante porcherie abbiamo visto?!?!?!?), ma quando abbiamo una copia?
Perché La Bella e La Bestia è questo: una copia. Ed è una copia ancora più colpevole di quanto non sia stato Cenerentola, perché tenta di “sostituirsi” all’originale, prendendone tutti gli elementi iconici, straordinari e funzionali aggiungendo tutto ciò che è superfluo, che era superfluo nel 1991. Ma se lo hai tolto all’epoca, perché lo metti mo?
Non parlo della versione italiana con le canzoni modificate, parlo proprio dell’idea alla base della produzione della pellicola: perché rifare live action ciò che era funzionale e perfetto in animazione? Perché, forse, l’elemento più disturbante è vedere attori in carne e ossa scimmiottare i loro “padri” animati. Anche la profusione di digitale sprecato per rifare uguale uguale intere sequenze. La scena del “stia con noi” è praticamente identica. Solo che è in digitale.
Che senso ha un’operazione del genere?
Mero intento economico? Si!
Gli erano avanzati bambole e gadget dal ‘91 e se li volevano vendere? Probabile!
Hanno sostituito solo la capoccia alla bambola del '91???
Perché nella grande e immensa Storia del Cinema, un film del genere passerà come pura e semplice copia di un capolavoro dell’animazione.
Il Libro della Giungla, almeno rielaborava visivamente e "narrativamente" il cartone animato, dando "nuova vita". Maleficent, per quanto vergognoso e al limite della decenza, almeno ti diceva da subito che era un'altra cosa. Schifosa, ma un'altra cosa. Qui, come in Cenerentola, no!
È tutto assurdo: un cast stellare, una scenografia assolutamente meravigliosa, costumi impeccabili e raffinati e per che cosa? Un film assolutamente freddo, asettico, “industriale” e senza pathos. Il cartone animato del 1991 pompava le tue emozioni, questo invece fallisce miseramente: non basta rifare le scene con attori, se l’operazione dietro è solo di meccanica ripetizione, l’emozione non filtra verso lo spettatore. Che tu mi metti Belle sul pizzo della collina come se fosse un palo della luce mentre canta a squarciagola, non mi restituisci il senso di anelito alla libertà della sua controparte animata quando fa la stessa cosa.
Emma Watson sarà tanto caruccia, ma non non riesce a catturare lo schermo, a mantenere un’intera scena tutta da sola. Sarà un’attrice ma non è una “diva”, chiariamolo. E per riproporre un’icona, perché la Belle animata questo è diventata, non basta essere un’attrice.
Ma anche la famosa scena del “ballo”: così schematica, fredda, noiosa, senza il virtuosismo che il digitale nascente aveva restituito comunque all’originale, solo una danza meccanica e fintamente emozionante.
Questo è! Una profusione di finte emozioni, di meccaniche riproposizioni, di industriali citazioni. 
Possibile mai che abbiamo bisogno di questo? Il mondo non regala più emozioni nuove e dobbiamo andare a pescarle nel passato con le le loro artefatte costruzione. La famosa pillola azzura di Matrix: con questi film noi rimaniamo "dentro".
Tu che sei cresciuto con i film originali e hai sentito sulla tua pelle di bambino le vere e genuine emozioni, provi molta pena per chi, adesso, è costretto a questi film. Ma la fortuna è che un “classico” è e rimane tale, sopravvive al suo tempo e a chi tenta di riscriverlo, così che tutti possano rivederlo e rivederlo per sempre. Questa “copia” del 2017 finirà nel dimenticatoio come ricordo del periodo in cui la Disney copiava se stessa. 
Periodo...?

Nessun commento:

Posta un commento

http://viaggiopernerdopolis.blogspot.it/