31 dicembre 2018

Serpenti ciechi: il noir storico



Serpenti Ciechi, scritto da Felipe Hernandez Cava e disegnato da Bartolomé Seguì, è di complessa targetizzazione. Non è propriamente un noir, non è un fumetto storico. Non è solamente drammatico e non marcatamente d’azione. Ma Serpenti Ciechi è tutto questo.
Il felice ibrido di Cava e Seguì racconta un drammatico evento storico, la Guerra Civile Spagnola, ponendola come sfondo della vicenda.
Ben Koch è l’uomo ricercato dal misterioso Uomo Rosso. Ma a sua volta, Ben è alla ricerca di un suo vecchio “compagno d’armi”, Curtis. Le ragioni e le motivazioni dei personaggi si disvelano lungo tre trame parallele e articolate che arriveranno a ricongiungersi nel finale.
Il palese registro da noir è evidente non sono nella trama, ma anche nella costruzione delle tavole. Il primo capitolo, di sette, ne è un magistrale esempio. Il lettore segue incuriosito questa figura dal completo rosso, senza distinguerne il volto, ombreggiato dal borsalino.
La costruzione narrativa di Serpenti Ciechi è impostata sulla voce fuoricampo dell’Uomo Rosso, colonna portante del racconto, ma non protagonista. L’Uomo Rosso, così come la Guerra Civile Spagnola, sono lo sfondo della storia. Di due microstorie che si scoprono legate. Il lettore si trova ad ipotizzare i legami tra i personaggi e con l’evento storico. Come in un giallo, la risoluzione finale riprende il bandolo della matassa.
Il disegno di Seguì ha una grande potenza figurativa. A metà tra il caricaturale e l’evocativo, riesce non solo ad inquadrare il setting del racconto, ma anche la cupezza degli eventi. Le figure di Seguì sono figure malinconiche, segnate nel volto e nel corpo da cicatrici fisiche ed emotive.
Il torbido del noir e il dramma della Storia si incontrano per un affresco intenso e coinvolgente. Serpenti Ciechi ha, non a caso ha fatto vincere al suo disegnatore nel 2009 il Premio Nacional del Cómic.

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