27 febbraio 2016

Intervista a Roberto Ritondale: autostoppisti per Nerdopolis



Ed ecco un posto che nel viaggio verso la magnifica Nerdopolis ancora non avevamo visitato: il libro. Eh, già… Fumetti, Film, Videogiochi, Anime, qualche leggerissimo tocco verso l’Arte, ma mai l’immaginifico, fondante, direi basilare universo della parola scritta su carta!
E lo facciamo con un autore e un romanzo che fa del libro-oggetto un feticcio sociale, culturale ed etico!
Roberto Ritondale è il nostro autostoppista che, con un blocco di carta in una mano e la macchina da scrivere sotto l’altra, ci racconta del suo libro di fantascienza distopica Un mondo di carta.
Si, ok, ma di che parla il romanzo? Di una cosa che, diciamocelo, a noi nerd tocca nel profondo: il culto per la carta, per l’oggetto libro (e, ovviamente, fumetto) senza il quale ci sentiamo un po’ meno nerd! Fumetti digitali!?!?! No, dai… Meglio il bello spillato imbustato o il volume da millemila pagine che fa il suo bel figurone nella nostra libreria ordinata per sezione.
E se nel futuro ce lo impedissero? Se la carta fosse bandita? E se il libro fosse illegale?
Il nostro autostoppista ci da un’inquietantemente vicina risposta

Come nasce “Sotto un cielo di carta”?
Nasce dall’amore che provo per la carta e per i libri, che mi piace annusare e stropicciare. I miei libri sono particolarmente “vissuti”, anche perché spesso dormo con loro! E poi i romanzi si scrivono anche per esorcizzare una paura, e la mia paura è che la carta scompaia. Del resto, anche i papiri e le pergamene non esistono più… E infine il romanzo nasce dalla volontà di scrivere una metafora sull’attuale dittatura di internet, che ci tiene tutti sotto controllo.

Dovendo inserirlo in una categoria, che genere letterario sarebbe?
Il genere distopico. Anche se qualcuno, a proposito del mio romanzo, ha parlato della nascita di un nuovo filone: il futurealismo. Perché nel mio libro immagino un futuro non troppo lontano e non invento volutamente nulla, mi limito a descrivere oggetti già tutti in uso, proprio perché sono convinto che il futuro sia già qui.

Qual è il tuo rapporto con quotidiani o riviste online e blog?
Essendo io un giornalista, mi capita di consultare spesso, per lavoro, molti quotidiani e blog on line. E siamo anche costretti a rincorrere i social network. Prima eravamo dei mass media, ovvero mediavamo tra il politico e il suo elettorato, tra il cantante e i suoi fan. Il giornalismo ora è in crisi anche perché politici e artisti si rivolgono direttamente al proprio pubblico, e noi non abbiamo granché da “mediare”.

Visto che stai rispondendo alle domande di un blogger, per un blog, su un blog… E non puoi dire che non ti piacciono i blog… Che valore ha per te un blog? Ma cerca di non ripetere “blog” nella risposta, sennò è troppo!
Ma a me i blog (scusa, l’ho ripetuto!) piacciono, eccome! Anch’io ne ho uno: ilsoletralemani. E ho anche un sito (cercalo su Google digitando “scrittore ambulante”), un profilo Facebook, un account Twitter… Io non sono così sciocco da proporre di tornare indietro e abolire internet. Il mio messaggio è: fatene un uso più consapevole, sapendo che siamo ipercontrollati, e magari più moderato. Troppa gente trascorre troppa vita attaccata al proprio smartphone.

Come per quotidiani e libri, ci hanno provato anche con il fumetto a renderlo “digitale”. Secondo te è più facile perché le immagini permettono molto di più della parola scritta l’intrusione tecnologica o è più difficile perché – diciamocelo – noi nerd siamo più collezionisti e maniaci e abbiamo bisogno del volume tra le mani?
La seconda che hai detto. L’ossessione, dice uno dei protagonisti del mio romanzo, è la casa naturale di tutte le passioni più profonde, così come la carta è la casa naturale delle parole scritte. Quindi, noi ossessionati e maniaci non potremo fare a meno di avere un volume fra le mani.

Qual è il tuo rapporto con i fumetti?
Ho gusti vecchi, sarà che ormai ho varcato la soglia dei 50 anni. Dei fumetti “attuali” non so nulla. Ma se trovo un “Topolino” o una striscia di Mafalda, li leggo con un piacere antico, rinnovato da uno stupore nuovo.

E così lasciamo il nostro autostoppista alla sua giusta lotta a favore della carta, unendoci a lui e ricordandovi che se pensavate di sostituire la vostra libreria con una pennina usb non siete delle nerdacce, sempre delle ‘acce ma di un altro tipo.

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