13 settembre 2014

G.I. Joe 2: ovvero “torniamo indietro di 70 anni” [Recensione]



Ahhh… L’action anni ‘80/90… Tamarrissimo, violentissimo, ma allo stesso tempo capace di entrare nel nostro immaginario! Quale action-patito non si ricorda Commando, in cui Swarzy teneva appeso un tizio su un baratro con un braccio mentre nella scena prima si portava (nientepopòdimenoche) un tronco su una spalla? Ecco, quello era il prototipo del machismo muscolare di fine secolo, quello di genuina tamarritudine che ti strappava un sorriso oltre che un grido di soddisfazione quando il cattivo di turno veniva defenestrato come nel primo Die Hard. Poi è arrivato Matrix che ha rivoluzionato l’azione nel cinema abboffandolo di rallenty e fermo immagine in movimento (si, meh, che ci siamo capiti). E poi ci siamo persi!

Quindi eccoci arrivati alla seconda decade del secolo duemila il cui action sparatutto è rappresentato da questo testosteronico, fascistoide e dai sussulti omosessuali, G.I. Joe 2.

Ok. Partiamo subito dicendo che le scene d’azione sono fatte bene, ma di maniera, così come gli effetti digitali. E diciamo anche che se uno vuole seguire una specie di trama, troverebbe più entusiasmante il bugiardino di un farmaco per stimolare la diuresi. Si, son due ore di intrattenimento che, però, ti fanno storcere il muso e ti fanno assomigliare a Stallone una scena si e una scena no.
Partiamo con una semplice domanda: perché negli action contemporanei tutti i protagonisti devono fare la prova a chi ha i pettorali più scolpiti? Un conto è l’esibizione del fisicone possente (che ci sta pure in un film così), un conto è questo culto del muscolazzo per galvanizzare il pubblico di adolescenti rachitici che fanno kickboxing.
Per carità... So dei fisicacci!
Tutto questo ovviamente coinvolge anche i personaggi femminili. Se nell’action precedente le donne erano tettorute e sexy guerriere, qui le donne, ovviamente, fanno la parte dell’uomo e, tra un braccio di ferro con Dwaine Johnson e una raschiata di catarro per terra, trovano il tempo per fare pipì in piedi.
Il machismo e il testosterone si sprecano: «fatto?» domanda il comandante, «ora vatti a scolare una birra!». Ma perché?!?! Beh… La risposta potrebbe essere che il film è stato pagato direttamente dal partito repubblicano americano: i veri “figlioli americani” tutto birra, sport e (appellandosi al secondo emendamento della costituzione) armi.
Ma è la pellicola a parlare da sola.
Bandiere americane in ogni dove come pretesto per fare “giustizia” o “genocidio” (dipende da chi guarda), il presidente USA è, ovviamente, bianchissimo, il Medio Oriente è pieno di cattivissimi col nucleare, e… Ma dai, anche il Messico.
È un film improntato tutto sul culto delle armi e tensioni ereditate dalla guerra fredda. Tra i personaggi cattivi c’è il figlio del presidente (il figlio!!!) che si chiama Lee Harvey, come l’assassinio di Kennedy, addirittura Bruce Willis impugna la pistola del Generale Patton e i cattivi vanno contro la “costituzione”!!! Che tristezza… È un film talmente pieno di tamarraggine statunitense che ti viene l’orticaria ogni volta che sventolano la bandiera stelle e strisce (e lo fanno spesso!). 
Il problema del film è proprio questo: si sono concentrati talmente tanto sul cercare di rendere grezzamente fighi dei personaggi monodimensionali che non si sono preoccupati affatto di creare una trama decente. Non dico “originale”, ma che sia degna di tale nome. Le motivazioni dei cattivi sono assolutamente assenti: vogliono distruggere il mondo! Perché?!?! Boh? Infatti, il film, è pieno di “buchi” e di cose senza senso. Mettono Snake Eyes in prigione? Mica gli tolgono la maschera! Gli Arabi stanno tranquilli per fatti loro nella loro base? Ovviamente portano il turbante e hanno il volto coperto! Solo perché alla guida c’è Dwaine Johnson, perchè uno scassone anteguerra riesce a distruggere carri armati ipertecnologici? Tra parentesi… In un film in cui le tecnologie fanno da padrone, qual è l’arma di distruzione di massa che i cattivi hanno in pugno? Un tubo di metallo! Davvero… Lasciato cadere da un satellite fa danni perché semplicemente cade da grande altezza. E basta. Il nome dell’arma è “Zeus”. Sarà elettrica quindi… No! Mah…
Che poi... è di un fallico... Giusto per rimanere in tema

Il primo non era proprio un filmone, però, almeno era gradevole e fatto bene. Ti ricordava di quando giocavi con i pupazzetti e t’inventavi i dialoghi, perchè non si prendeva troppo sul serio come, invece, fa (sbagliando) questo qui. È sempre difficile coniugare una buona sceneggiatura con una buona messinscena, però qui non ci hanno neanche provato a fare qualcosa di decente, lasciando che siano la retorica spicciola e qualche esplosione di maniera, a mantenere in piedi l’intero film.

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